giovedì 11 giugno 2015

Aceto: tutti i motivi perchè odio stare male.

Ottavo giorno di malattia. Sono in aceto, aceto puro per svariate ragioni.

1. La più eclatante è inutilità di queste giornate a casa, che passano lente, lentissime.

2. In questo amaro far niente non posso muovermi, perchè le mie arcinemiche stampelle sono più n ostacolo alla mia pazienza che un ausilio per camminare.

3. Ho allungato in maniera significativa i tempi di preparazione, quindi quando sono pronta per uscire scatta l'ora x panico controlli inps.

4. Dipendenza costante da terzi, io che se non si fanno le cose bene e velocemente mi saltano i nervi. Figuratevi star a guardare delle persone che mi devono aiutare a vestirmi, spostarmi e prendermi l'acqua dal frigo.

5. Sono a casa di mia madre, dopo anni di vita solitaria nel mio dolce appartamentino dove l'unica legge vigente è dettata dalla sottoscritta. E mia madre è una gran rompicoglioni.

6. Prima mi dava fastidio la caviglia traumatizzata, adesso il dolore si è esteso ad entrambe le gambe, come se qualcuno me le tirasse per cercare di allungarle (o di strapparmele, chi lo sa).

7. Mancanza di sonno ormai da troppo. Non so che posizione assumere, causa malessere precedentemente citato.

8. Avere continuamente la preoccupazione di aver lasciato il mio appartamento incustodito, senza nessuno che possa abbeverare le mie povere piantine. Me le sogno di notte, mentre si spengono una a una stremate dalla sete e dal caldo afoso di questi giorni. Struggente.

9. Il pensiero di lasciare il mio lavoro incompiuto, lì che mi aspetta in ufficio senza nessuno che possa sostituirmi.

10. Mi rompo i maroni.

Ecco, ora ho esaurito tutte le penose motivazioni per cui mi commisero quotidianamente, sono un caso senza speranza lo so. Tante storie per una distorsione, ma purtroppo io non sono capace a vivere così. Sempre limitata negli spostamenti e incapace di sottostare alle continue critiche della padrona di casa. Quindi la connessione mentale è immediata: ma se io soffro così tanto per una settimana da zoppa, non oso immaginare chi è in una condizione simile o peggiore, in modo permanente. Mi sento ancora peggio perchè capisco che le mie lamentele sono ridicole, io sono ridicola!
Un altro capitolo tratto dal romanzo "Giovani suscettibili alle fasi ormonali del proprio ciclo".






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