martedì 15 novembre 2016

ART Fall - Winter 2016/'17: mostre ed esibizioni da non perdere quest'inverno!

Il mondo dell'arte mi affascina e mi appassiona da quando sono nata, così come la musica, la fotografia, il design... Tutto ciò che è manifestazione del genio umano rapisce sia la mente che il cuore!
Il nostro paese è fortunatamente ricolmo di musei e luogo di culto artistici, molto spesso però mi ritrovo ad informarmi all'ultimo sulle manifestazioni che ci sono... Quindi sono qui a consigliarvi -e a ricordare a me stessa- tutte le mostre che vorrei visitare nelle prossime settimane!

domenica 24 luglio 2016

Impara l'arte di vivere.

Solo nella paura, scoprirai cosa vuol dire avere coraggio.
Solo nella sofferenza, riconoscerai la felicità.
Solo nellI'incertezza, capirai i punti fermi della tua vita.
Solo nella difficoltà, vedrai emergere la tua forza. 
Solo nel pianto, ti accorgerai dell'importanza della comprensione.
Solo nel dolore, imparerai la tua resistenza.

Si dice che ciò che non ti uccide, ti fortifica. Nella vita, solo nei momenti più difficili si può capire veramente chi sono le persone importanti, che ti rimangono affianco, in qualunque situazione. Si capisce molto anche su se stessi, ci si mette alla prova e si riesce a tirar fuori qualità che nemmeno si pensava di possedere.
La vita va vissuta con persone che meritano: tutto quello che è superfluo e non ti fa stare bene va eliminato seduta stante. Che sia un amico superficiale, un fidanzato possessivo o un capo irrispettoso. Non serve superare il limite di sopportazione, le cose e le persone che ti provocano malessere vanno lasciate andare per quelle che riescono a darti qualcosa di positivo.
Non permettere mai che ti si porti via il sorriso.




martedì 19 luglio 2016

Le amicizie che valgono

Le amicizie sono un po' come un blog: devi starci dietro, amarle e dedicare loro le giuste attenzioni. 
La costanza e l'equilibrio sono alla base di un rapporto sano, altrimenti si può parlare di sporadiche frequentazioni di circostanza che poi finiscono nell'oblio relazionale di ciascun essere umano. 


Le amicizie, quelle vere, sono il messaggio idiota che puoi mandare solo a quella specifica persona e non ad altre. Sono la chiamata lunga un'ora e mezza per raccontarsi e quell'abbraccio sincero dopo tanto tempo che non ci si vede. 



L'amicizie, quelle che valgono, conoscono i nomi di tua mamma e tuo papà, sanno che carattere hanno e si ricordano perfettamente gli aneddoti più memorabili che li riguardano. Sono quelle amicizie che ti regalano un portafortuna prima di un tuo viaggio e aspettano il tuo ritorno.
Sono quelle amicizie a cui puoi raccontare tutto, senza aver paura di essere giudicato e che -anche se non parli- ti capiscono al volo. 
Sono quelle che si ricordano, quelle presenti anche se distanti, quelle che nonostante tutto ci sono sempre.


In amicizia non è tutto rosa e fiori, anzi... Ho sofferto molto per alcune persone, ma negli anni ho capito che non ne valeva proprio la pena: un amico non ti fa versare le lacrime, ma le asciuga delicatamente dal tuo viso.



venerdì 1 luglio 2016

Cicatrici non visibili ma indelebili.

Non posso lamentarmi della mia vita. In realtà spesso lo faccio, mi crogiolo in autocommiserazioni per tirarmi su il morale quando la luna è storta, inversa ed avversa.
Però in fin dei conti... Sono sana, ho una famiglia pazzesca, un fidanzato rispettoso, un lavoro che mi piace, un tetto sopra la testa.

E quando faccio queste considerazioni ripenso inevitabilmente a chi non ha tutto questo. Non mi riferisco a casi estremi che conosco parzialmente, ma le persone che mi sono vicine e che dalla vita sono state messe alla prova duramente. Le loro sofferenze per andare avanti a testa alta. Per riuscire a reggersi sulle proprie gambe sempre e comunque. Le ho viste lottare per questo, alcune fallire, ma mai arrendersi.
Anche quando la malattia sembrava avesse preso il sopravvento, forse si sui loro corpi, ma sul loro spirito mai.
A volte ho pregato, ho chiesto a Dio di portarmi via un braccio o una gamba per cercare di barattare per loro una condizione migliore. 
Probabilmente non ho capito che le migliori sono loro: perfette nel loro dramma quotidiano, e io a loro confronto sono così piccola ed insignificante.


mercoledì 25 maggio 2016

Difficile rispettare i patti, quando il destino ti è avverso.

Avevo preparato un bellissimo post, ero giunta quasi alla conclusione. Aveva senso logico e faceva pure un po ridere. Ero riuscita a rispettare il mio buon proposito di scrivere almeno due volte al mese. Si, avevo fatto tutto questo. E poi?
E poi, ho chiuso l'app senza pensarci e salvare la bozza.
E allora ditelo che non ho il cervello conformato a semplificarmi la vita.

Quindi, ricapitolando:
Mi sto adattando a parecchi cambiamenti, tra cui essere tornata a vivere a casa con i miei, aver cambiato lavoro, aver stravolto le mie sane abitudini alimentari e motorie... Alcune cose sono andate migliorando, altre -come conferma la bilancia- beh diciamo che sono work in progress. La mia estetista facendomi la pulizia del viso mi ha chiesto se per caso questo è un momento difficile..."no perché sai, hai alcune imperfezioni proprio sull'arcata sopracciliare, e la zona dello stress!"
Bene insomma, tutto regolare!
Cerco di fare respiri lunghi e profondi ma no, questo non è esattamente un bel periodo. 
Sono molto nervosa e avverto il mondo esterno come un ostacolo alla mia serenità. Non credo che tutto questo sia dovuto al ciclo.
Penso sia correlato ad una sorta di circolo vizioso che rimbalza tra sensi di colpa e pigrizia. People from disagio.
Comunque mi rendo conto che c'è gente che sta peggio: 50enne di fronte a me che descrive agli amici accoppiati il suo amore di barboncino con rispettiva daily routine, 30enne con splendida bimba in braccio alla nonna che insulta il marito che lavora troppo ed è a casa solo la domenica, coppia di amiche che parlano di delusioni amorose e due di picche giganti.
Vabbe mi finisco il mio spritz in solitaria mente aspetto l'arrivo delle mie squilibrate preferite.

Compiti fatti,
Baci e saluti.


lunedì 2 maggio 2016

Scremature di food blog

Mi rendo conto di quanto sia difficile tenere aggiornato un blog, persino il mio che è un diario di pensieri disordinati e alle volte un po' confusi... Mi rendo conto di quanto sia difficile dedicargli sempre il giusto tempo ed entusiasmo, destreggiandosi tra lavoro, fidanzato, palestra, cane e riposo.
Tutti i giorni mi ritrovo a fantasticare splendidi articoli e non vedo l'ora di metterlo nero su bianco... Purtroppo la maggior parte delle volte rimangono nella mia testa, e poi boh... Direttamente nel dimenticatoio. 
Voglio bene al mio blog, anche se è uno spazio solo per me. E spesso mi sento in colpa verso di lui perché meriterebbe le giuste attenzioni da parte mia, villana che non sono altro!
E penso a tutto questo perché al momento sto spulciando food blog e nel marasma editoriale, ce ne sono alcuni che ti fanno venire voglia di addentare lo scherzo e altri... Che vabbe non tutte le ciambelle escono col buco! Ne ho visti di aperti, ma senza manco un post, non aggiornati, brutte ricette, brutte grafiche, brutte foto, brutti layout... De tutto e de più! 
Quindi, dopo aver visto il meglio ed il peggio del web ho fatto un fioretto: almeno due volte al mese devo scrivere. Posso farcela. Ci credo. Avanti tutta. 
Maggio è appena iniziato e sono già a metà dei compiti... Coraggio!
Nel frattempo, mi rimetto a ficcare il naso nei blog altrui... Cause lavorative eh!
Nuovi progetti in vista, è tempo di prendere le mie idee e non lasciarle che finiscano chissà dove nei meandri sconnessi della mia mente. 





A presto,
Carlinlove


mercoledì 9 marzo 2016

Una vita spaccata in due.

Piove... beh si siamo a Londra cosa posso pretendere?
Però oggi è incessante, non smette nemmeno un secondo. Come si direbbe dalle mie parti "scravassa".

Le mie parti... quei posti lontani dove ci sono tutti, tranne me. 

Io sono qui, per cercare di superare una nuova sfida. L'ennesima, lontana da casa.
Sono una persona che si adatta facilmente e trovo stimolante immergermi in posti e condizioni diverse. Ma queste nuove situazioni -seppur eccitanti- non esulano dai sacrifici, perchè casa mi manca e non poco.

Dopo Milano, dopo Brescia, eccomi di nuovo qui, a fare i conti con due realtà distinte.
Imparare, cercare lavoro, vivere a Londra, mentre tutti i miei affetti e la quotidianità che sogno di poter raggiungere un giorno sono in Italia.

Questa città è incredibile, ha tanto da darmi e ogni giorno sento che sto ricevendo qualcosa. Mi sforzo di apprendere il più possibile, perchè so che è necessario, so che mi fa bene.

Eppure ripenso inevitabilmente ai sabato mattina al mercato, in bici, mentre io e Daniele ci fermiamo a bere uno spritz e arrivano anche gli altri. Ripenso al profumo degli abbracci di mia mamma, soffici ed intensi. Perchè lei quando ti prende ti stringe forte e tu devi fare altrettanto. Le mie amiche si scrivono sulla chat "chi è in giro stasera?" e me le immagino, le loro risate. E poi ci sono le coccole delle mie creature canine, le corse in giardino e i tiepidi pomeriggi soleggiati che si infrangono sulla campagna.

La frenesia vs la serenità. La multientia vs il detti veneti. La tendenza vs la sostanza. I conoscenti vs la propria famiglia.

Una vita spaccata in due. 


L'amicizia.

Inutile nascondersi dietro il detto "pochi ma buoni" perché c'è una lieve differenza tra il saper stare al mondo e instaurare amicizie di convenienza.

C'è poco da fare, se una persona ha soltanto un paio di amici "stretti" -che per altro non vede mai- non è che sia selettiva, la verità è che è stronza.

lunedì 15 febbraio 2016

Approdata in terra anglosassone.

Olè si, finalmente ci sono.
Da quanto tempo ormai dicevo "ora preparo la valigia e scappo via!"
Bene, l'ho fatto. Ma la mia -inaspettatamente- non è stata una fuga frustrata alla ricerca di qualcosa che mi rendesse felice. No.
Sono tornata a casa per Natale, avevo famiglia, fidanzato, amici, cani... Non potevo desiderare felicità più dolce.
Questa è stata una scelta consapevole, serena, liberatoria. E' stata una strada per esaudire un mio desiderio, che tenevo fermo lì ormai da anni. Ho aperto il famigerato cassetto e ho tirato fuori quel piccolo sogno di partire, per ripartire. Per fare un'esperienza diversa, per me stessa.
Quindi disoccupata, con qualche chilo di panettone in più e tante nuove idee ho chiuso faticosamente la cerniera del mio trolley e sono andata.
Ora mi trovo a Londra, ospitata dalla sorella di mio cognato, pronta e carica per questo nuovo viaggio di vita.


mercoledì 13 gennaio 2016

Si ricomincia da capo.

Eccomi qui, dopo mesi dal conseguimento della mia seconda laurea a fare i conti con un contratto a termine non rinnovato.
Il mio rapporto lavorativo è finito. Evviva.
A due giorni da Natale mi è stato cortesemente comunicato che purtroppo la mia posizione aveva dei costi che l'azienda (stiamo parlando di una multinazionale inglese, leader nel settore del giocattolo e modellismo) non può permettersi.

Certo l'avidità delle persone non ha mai fine (fa veramente gola quel misero margine di "guadagno" risparmiato dal mio stipendio), ma non credevo che ci fosse ancora gente realmente convinta che io mi potessi bere una giustificazione del genere.

Primo: dato che non mi sono mai state date indicazioni o suggerimenti sul fatto che la mia figura professionale fosse a rischio -anzi-  non ero assolutamente preparata all'evenienza che non ci sarebbe stato un proseguo.

Secondo: nessuno aveva mai esposto lamentele su come svolgessi le mansioni, anzi mi sono sempre ritrovata ad adempiere senza fiatare i compiti più disparati, dimostrando sempre grande e comprensione e dedizione anche nei periodo più difficili. 

Terzo: ammettiamo allora che sia un problema di costi, ok però era una riflessione affrontabile mesi fa quindi non era assolutamente necessario sganciarmi il pacco di Natale senza un minimo di preavviso in modo da potermi adoperare per cercare altro.


Ma se "la risposta" dalla casa madre non arriva -e lasciamo perdere il fatto che in ogni modo è possibile trovare un escamotage per tenere una persona se ci tieni-, tu che sei la responsabile della filiale italiana e quindi mia unica datrice di lavoro effettiva, avresti come minimo il dovere etico e sociale di fornire ai tuoi dipendenti un'indicazione sui rispettivi futuri lavorativi. 
Le opzioni sono 3:
1. la risposta la sapevi e non me l'hai comunicata per paura che potesse incrinare il mio rendimento;
2. non ti interessava minimamente aggiornarmi e non hai nemmeno esatto un verdetto;
3. oppure pur avendolo richiesto alla casa madre non ti nemmeno hanno cagata.


Non so cosa sia peggio essere una falsa, una stronza o una sfigata.


Tutti questo mi porta solo ad una conclusione, la scorrettezza negli ambienti professionali è dilagante.
Perciò evitiamo proprio di lamentarci dell'Italia che va male, della classe politica corrotta, degli statali paraculo, delle baby pensioni e delle banche mangiasoldi come se fossero elementi distanti anni luce da noi. 


Le persone di merda sono dietro l'angolo.