giovedì 3 dicembre 2015

Fashion magazine: chi sono i migliori e peggiori del web

La moda è sempre stata per me soprattutto fonte di ispirazione, non ne sono mai stata vittima. Ovvero, ho sempre ammirato il suo lato artistico, ma non sono mai entrata in fissazione per il trend del momento. Per un periodo della mia vita è diventata oggetto dei miei studi e del mio campo lavorativo, non nego che un giorno spero di riallacciare i rapporti professionali con il settore del fashion.
Detto questo, è fisiologico che segua online e soprattutto sui social i vari profili ed account delle principali riviste di settore, dedicate soprattutto all'universo femminile. Non nascondo la mia perplessità verso molti di questi contenuti e rispettive modalità di comunicazione online: la versione digital molto spesso si rivela deludente rispetto a quella cartacea.


Parto in bomba citando il primo caso, che è rappresentato proprio da:

Il supremo imperatore degli editoriali di moda: Vogue.

Nessuno si aspetterebbe che la versione web della celebre rivista diretta da Franca Sozzani, possa mai cadere in fallo ed invece -oramai troppo spesso- mi trovo in accordo con commenti negativi che leggo sotto le pubblicazioni degli articoli su FaceBook.

1. I titoli dei post sono infantili, frettolosi e banali. 

Tanto da diventare quasi fastidiosi: il culmine è stato raggiunto quando ho letto l'esclamativo "TOP!" oppure "selfie", "trendy" "super bellissima", "super chic", e porre continuamente domande alla disperata ricerca di attenzione... ma che è il Cioè?!?!?!? No, no no e poi no!

2. Gli articoli si ripetono e vengo riproposti di continuo, con la sola aggiunta di una o due foto nella gallery.

Sempre la stessa solfa: a chi sta meglio quest'abito? scopri le star senza trucco... epic fail con photoshop, le star più seguite su Instagram...
Clicchi sul link e scopri che il pezzo è di 6 mesi fa. Il testo è riferito alle prime 4 immagini e non c'è nessuna effettiva novità.

3. Le it Girl citate sono sempre le stesse 4 gatte. Un po' di sano cool hunting non farebbe male, non credo che il mondo sia sprovvisto di qualche bellezza particolare emergente...

In ordine: Cara Delevigne, Olivia Palermo, Taylor Swift, Emily Ratajkowski e Miranda Kerr, senza non contare quanto ultimamente piacciano i pacchetti famiglia al completo... Kardashian, Jenner, Hadid vanno alla grande! Si ok son fighe ma mo basta... Change!!!!

4. Lo spessore dei contenuti editoriali lascia alquanto a desiderare.

Alle volte mi viene il dubbio di aver sbagliato magazine, forse sto leggendo Novella 2.000?! o Viver Sani e Belli?!?
Abituata a sfogliare il giornale e ad ogni pagina trovare un argomento interessante su cui appiccicare un post-it di promemoria, la mia delusione è enorme quando atterro su un articolo che si defila in poche e scontate righe.

5. Instagram: foto spesso sfocate e inquadrate male. Meglio poche, ma buone.

Ho smesso di seguire il profilo perchè obiettivamente non trovavo mai nulla di stimolante: preview delle sfilate interessanti si, ma non si può trascurare il lato artistico dell'immagine se si opera in un social dedicato alla fotografia.

Poi rimangono i pezzoni da '90 che amo leggere, però forse nel marasma editoriale a cui assistiamo nell'universo digital, la rivista dovrebbe concentrarsi più sulla qualità che sulla quantità dei contenuti. Ne consegue una gestione più attenta e matura dei canali social, perchè i numeri parlano chiaro e la interazioni con i post sono decisamente al di sotto del potenziale mediatico della rivista.

VOTO: 5 e 1/2

Altro caso di malagestione del patrimonio editoriale: Glamour.

Non sono un'amante di questa rivista digitale, mi annoia abbastanza devo essere sincera. Alcune volte mi schizza l'embolo perchè le gallery non si caricano, sono lente, disconnesse... aaaahrgh!!!
Anche qui assistiamo al ripetersi di alcuni "errori" sopra citati (c'è da dire che le mie aspettative a livello di contenuti si abbassa notevolmente rispetto a Vogue), ma non solo:

Lo sbaglio più grande del magazine online italiano è che si propongono troppo, davvero troppo di pubblicizzare i prodotti.

Vengono citati solo brand e trattamenti, preferisco intrattenermi con argomenti su cui possa riflettere e non vedere in continuazione pubblicità, mascherata da siero della felicità di cui non si può assolutamente fare a meno!

VOTO: 5

La via di mezzo: MarieClaire

Ni. Nel senso: gestione social migliore, ma contenuti un po' banalotti. Argomenti curiosi, che si alternano in un misto mare che segue il trend del momento... 
E soprattutto:

Articoli mordi e fuggi. Tutto si risolve in una manciata di righe non effettivamente esaustive.

Diciamo che i compiti a casa vengono svolti, ma un po' frettolosamente e non prevedono -a mio avviso- nessuna licenza poetica extracurricolare o colpo di genio improvvisato.

VOTO: 6-


Arrivano le garanzie: ELLE non si smentisce nemmeno online.

Argomenti variegati, esposti con semplicità e al tempo stesso efficacia mediatica. Le star citate si differenziano tra artisti dello spettacolo, modelle, stilisti... 

C'è un giusto equilibrio!

Piacevole, garbato e selezione editoriale idonea al target di riferimento.

VOTO: 8


Il mio preferito con grande e piacevole stupore: Cosmopolitan!

Bravi! Nulla da ridire, ottimo rapporto con i social network ed argomenti assolutamente coerenti con gli interlocutori a cui si rivolgono.
Articoli sempre freschi e che stimolano la curiosità, simpatici e scorrevoli, stesi con un gergo confidenziale ma non scontato. 

Il pregio maggiore è dato dal COINVOLGIMENTO: Gli argomenti sono frizzanti e riguardano la vita di tutti i giorni!

Usano la divisione in punti che si rivela un'arma vincente, efficace per fare breccia sull'attenzione degli utenti web. Gli editoriali non sono pretenziosi, anzi sono dedicati a tutte le ragazze (alte-basse, magre-grasse, tettone-piatte, da nord a sud). C'è un pezzo per ognuna di loro e riescono sempre a strappare un sorriso.
Letture leggere e divertenti, che spaziano sia a livello di varietà di contenuti che nella rispettiva serietà, affrontando spesso argomenti di salute che possono toccarci da vicino.
Anche graficamente la scelta risulta azzeccata: layout sgargiante e di facile fruizione!

VOTO: 9



lunedì 9 novembre 2015

Quando la stanchezza prende il sopravvento.

Di solito stringo i denti e vado avanti, anche quando il morale mi arriva sotto i piedi, l'herpes mi massacra le labbra, arriva l'ora di alzarsi dal letto troppo presto, o quando qualche collega mi fa innervosire. Alzo le spalle e passo oltre.

Ci sono però giorni in cui proprio non ce la faccio. 

Non tanto fisicamente, ma sento una stanchezza mentale ed emotiva che mi biomba addosso e in quei momenti mi sembra che il tempo si fermi.
Mi sento bloccata in questa situazione di pesantezza, fiacca ed impotente. Sono svogliata sul lavoro, evito le chiamate di amiche e parenti, sogno solo una copertina calda e il divano.

Che sia il cambio di stagione?! Oppure il ciclo?? Le foglie che cadono?!??

Non capisco tutte le mie pippe mentali, forse avrei bisogno di qualche giorno di sereno fancazzismo. Senza l'ansia della lavatrice, della chiamata persa, dell'evento da organizzare, dell'aperitivo mondano.
E più mi fermo a pensarci più aumenta l'avversione per tutti i miei doveri. Senza contare quella decisione ferma lì, che aspetta solo me. Nuovo lavoro, esperienza all'estero, oppure rimanere e adattarsi ad una posizione mediocre.

Crucci.

Crucci maledetti.

Image source: Web

E poi leggo articoli su articoli riguardanti rimedi naturali e multivitaminici.
Acqua e limone di prima mattina, riso integrale, cross fit, integratori, corso di yoga, tisane alle erbe di montagna, là sui monti con Annette dove il cielo è sempre blu.

Ma la mia stanchezza è psicologica, mi sento intrappolata in una condizione che non migliora, nonostante i miei sforzi. E mi rimprovero di non provarci abbastanza, peggiorando ancora di più la percezione della mia situazione.

Così, sono giorni no questi. Dove sento freddo, vorrei chiudere gli occhi e smettere di preoccuparmi.

Probabilmente domani passeranno, stasera mi sfogo un po' in palestra, mi faccio una doccia calda ed il sonno riuscirà a spazzarli via, questi cavolo di crucci.


martedì 3 novembre 2015

L'incapacità di vedere se stessi

Ogni giorno mi confronto con il mondo del web, leggo, condivido, scopro. E ammiro tutte quelle persone che hanno un'idea chiara in testa di cosa vogliono, del loro posto nella società e di come presentarsi agli altri.
Tipo: 

"mamma di di tre angeliche pesti, chiacchieratrice seriale e blogger per naturale evoluzione. Estimatrice della leggerezza buona."

"Mamma di 3, Art consultant, Runner. Owner di..."

"Blogger per passione, aspirante fotografa, handmader a tempo perso, innamorata del rosa."

Io non so mai da che parte iniziare! Non so se buttarla sul ridere, comporre versi poetici senza senso o lasciare una manciata di parole chiave sconnesse.
Devo ammettere che le mie descrizioni lasciano sempre molto a desiderare, non dico granchè di me. Anzi: o mi butto su una biografia super tecnica (nata il, a, laureata in, passioni, libri letti) -di una noia e pomposità mortali- oppure aggiro l'ostacolo propinando citazioni.

Ma alla fine io chi sono?!

Forse per rispondere a questa domanda bisognerebbe chiedersi da dove sono partita.

Quindi ero. Ero:

Una bambina vivace -troppo- che picchiava i compagni di scuola e adorava i cani, tutti i cani.
Quella bambina si vergognava a chiedere le caramelle a sua nonna e aspettava quella fatidica frase "Carlotta, va torte i momoni dai cori va tesoro!" 

(traduz. Vai a prenderti le caramelle, corri dai vai!).
Amava suo padre alla follia, era affettuosa e preparava merende e colazioni ai suoi fratelli. Giocava nel frutteto e costruiva archi coi bastoni, disegnava invece di fare i compiti. Ed era una pestifera ruffiana, che prendeva note e richiami ogni santo giorno e le buscava a casa per la disperazione della madre.

Poi quella bambina diventò un'adolescente che non si confidava con i genitori, ma faceva affidamento solo sulla sua migliore amica. Veniva considerata da tutti un maschiaccio, ma lei avrebbe tanto voluto essere vista diversamente e dare quel benedetto primo bacio. 
E arrivata al liceo è arrivato tutto: i capelli lunghi e belli, un accenno di seno, le prime uscite serali. 

Una giovane ragazza impertinente, che indisponeva i professori. 

Ed è comparso anche quel nuovo compagno di classe, così buffo. Da un'amicizia stretta e speciale è nato un amore grande il primo e vero, travolgente ma doloroso. Immaturo e con aspettative che andavano oltre a tutto e a tutti. Oltre ai sogni e i progetti di due liceali, arrivarono però subito i litigi, le gelosie, i pianti.
Felicità a fasi alterne, tra compiti di latino e interrogazioni di filosofia, e una madre che la accusava della sua depressione. 
La confusione ha sempre costellato la sua vita.

Finchè non è approdata all'università e divenne una studentessa di design, che abitava con le compagne di corso non perchè la sede della facoltà fosse lontana, ma per evitare ulteriori discussioni a casa. Cuciva, studiava, finalmente disegnava. 

Sembrava tutto un sogno e in questa nuova atmosfera di gioia trovò il coraggio di porre fine a quel rapporto diventato ormai malsano e morboso.
Mentre assaporava la felicità non si rendeva conto che momenti così non sarebbero mai tornati. Incostante, piena di vita e di sorrisi da regalare, impulsiva, un po' pazza.
Si fece avanti un altro ragazzo, quando ancora l'ombra del precedente faticava a lasciarla andare. Nuova situazione complicata, di incertezza, di indecisione. In più non sapeva quasi nulla di lui, a parte il fatto deterrente che il tipo in questione aveva da poco lasciato una sua amica.

Alla fine però con quel ragazzo ci sta ancora, dopo due anni idilliaci sono sopraggiunti piccoli problemi. A lungo andare si sono trasformati in discussioni sempre più accese e frequenti, ma che non hanno precluso la voglia di andare avanti. 

Ora è una donna, sempre confusa, sempre incostante, sempre impulsiva. Qualche esperienza in più non le ha tolto quel maledetto vizio di rimuginare sulle cose. Che di per se è un'assurdità, dato che il passato non si può di certo cambiare. Eppure ha paura di quello che è ed è angosciata da quello che non è. Non si sente mai abbastanza, allo specchio non vede altro che una persona insicura e aggressiva.

Sente di annegare nella mediocrità della sua vita ma non riesce ad agganciarsi a quel maledetto salvagente che la porterebbe alla salvezza, ma su di una terra sconosciuta.

Forse è questo che dovrei scrivere in quei ridicoli 140 caratteri:

Adolescente cresciuta, proprietaria di un bracco italiano, appassionata di hobby occasionali, evita le decisioni scomode perchè incorreggibile senza palle.








mercoledì 14 ottobre 2015

La mia risposta a Buzzfeed

Finalmente sono riuscita a guardare il controverso video pubblicato da BuzzFeed, che ha spopolato in questi giorni, suscitando ovviamente rispettive polemiche.

Adesso, voglio dire... sono alquanto perplessa,

ma sul serio tanta gente si è risentita per una cazzata simile?

A parte il fatto, che hanno ripetuto 3 cose in croce in maniera abbastanza monotona, ma la maggior parte delle domande erano più che altro complimenti! La loro curiosità verte principalmente sull'alimentazione a base di pasta e Caludio Marchisio, effettivamente cibo e calcio sono innegabilmente due capi saldi della nostra cultura.
Dopo alcuni complimenti sul nostro sex appeal e l'innata maestria in cucina, anche qualche critica sul rispetto del codice stradale e la tendenza irrefrenabile al gesticolare.

Ok, possiamo dar loro torto? No, e va bene così.


1. I nostri uomini sono obiettivamente dei figaccioni e -anche se non sono palestrati resi impotenti dagli anabolizzanti- sono sempre i più carismatici ed affascinanti;




2. Mangiamo molto spesso pasta è vero (molti di noi quotidianamente a colazione pranzo cena), perchè sappiamo cucinarla in svariati modi e non ci annoia mai;





3. Claudio Marchisio... beh mettiti in fila e piglia il numeretto. ma attenzione, a noi le rovina-famiglie non piacciono affatto!!!



4. abbiamo una bellissima carnagione olivastra, ma gli unici che rimangono abbronzati tutto l'anno sono quelli che ci vanno giù pesante con le lampados;

5. gesticoliamo perchè amiamo fare conversazione ed immergerci in discussioni anche accese, ne consegue un evidente trasporto fisico;

5. I'm sexy and I know it!


6. Il codice stradale è un concetto relativo, fa parte degli usi e costumi della città italiana in cui ti trovi... spirito di adattamento miei cari!

7. I dialetti derivano dal fatto che nei secoli siamo sempre stata una penisola frammentata in regni, ducati e monarchie, abbiamo subito svariate contaminazioni che ci rendono culturalmente ricchi e interessanti;

8. "Prego" è una forma di risposta educata che esprime tutto il nostro elegante savoir faire;

9. Mario Balotelli fa già abbastanza show da se;



10. Non uno, ma tanti super Mario!



11. Olive Garden... mmmmmmh ma chi minchia lo conosce!

12. La nostra cena è articolata e differenziata in più portate, perchè siamo bravi a cucinare tutto!

13. Il pesce.... mmmmmmmh astice alla Catalana, Baccalà Mantecato, seppie in umido con la polenta, moscardini col sedano, fritturina di calamari, le sarde in saor, pepata di cozze, sogliole impanate, dentice al forno... emh scusa, dicevamo???



14. Si i nostri dolci... sono fuori concorso. Fortunatamente non ci affidiamo a cioccolato plastico e croccante!





Tutto sommato mi aspettavo di peggio, non sono nemmeno caduti nel terribile cliché dell'italiano-mafioso, riferimenti al bunga bunga o ai rifiuti di Napoli!

Diciamo che questi Americani hanno le idee un po' confuse: hanno tralasciato una miriade di cose e sfaccettature del nostro territorio, usanze, tradizioni, modi di fare... evidentemente dovrebbero cogliere l'occasione per venirsi a fare un giretto nel belpaese! 

Di sicuro, è inutile ribadire che si tratta di una clip giocosa, dove però la figuraccia pare l'abbiano fatta proprio loro... Infatti molti statunitensi hanno risposto prendendo le distanze dagli stereotipi espressi nel video, scusandosi e deridendone gli autori.

Dal canto nostro, la replica è stata tempestiva: fiumi di proteste ed indignazioni (un po' inutili sinceramente) e un video di Jackal che passa in rassegna tutte le singolarità degli States... molto più simpatico, per altro!

D'altronde si sa... paese che vai usanze che trovi!

...comunque mi è venuta una fame atroce!!!...

lunedì 12 ottobre 2015

Giornata bergamasaca... Tutti al Monastero di Astino!

Domenica è sempre domenica... e poi se ci regala un sole così, stare a casa è impossibile!
Quindi ho portato Daniele e figlio quadrupede in un posticino dove sono già stata un mesetto fa: il bellissimo ex-Monastero nella Valle di Astino.



Posteggiata l'auto, abbiamo fatto una passeggiatina lungo il viale alberato che costeggia i campi della valle. L'autunno è davvero una stagione incredibile, che dona alla natura cromatismi caldi ed intensi sotto un sole meno soffocante.




Abbiamo preso un aperitivo nel chiostro interno e visitato la mostra dedicata ai formaggi DOP e rispettive Forme.






Per il pranzo ci siamo rivolti al Bistrot del monastero, che offre sia una cucina tradizionale che un chiosco esterno dove prendere snack e panini. All'interno della struttura c'è anche il ristorante, per un pasto più impegnativo e raffinato.



Nota sicuramente positiva è stata l'accoglienza amorevole e premurosa verso gli amici a 4 zampe: due  utili e apprezzabili ciotole a disposizione dei clienti vicino alla fontana, di cui Luigi ha gioiosamente approfittato.



La zona adiacente, inoltre, offre numerosi sentieri dove passeggiare ed abbandonarsi al relax... giusto per smaltire un po' il goloso hamburger ingurgitato a pranzo!


Un luogo proprio incantevole, immerso nel verde, adatto veramente a tutti! Tra gli ospiti, infatti, c'era un gran numero di bambini, che giocavano tra l'erba e i cuscini degli arredi esterni!
Sicuramente lo consiglio e spero di tornarci presto anche con la mia famiglia, è davvero una chicca!!!

martedì 6 ottobre 2015

Cara Anna, hai sbagliato tutto.

Di solito non mi perdo mai in futili polemiche e sfogatoi sul web. Ma questa volta mi salta proprio il nervo.
Avevo già affrontato il tema delle campagne di beneficenze ridicole che in questi mesi stanno spopolando in rete, stilando una classifica scherzosa sui casi di fundraising più controversi (leggi qui: Le iniziative di beneficenza più assurde del web ).

Nuovo caso che sta spopolando proprio in questi giorni riguarda la cantante Anna Tatangelo, che già è abbastanza controversa come personaggio pubblico, ma ora più che mai.
In pratica, l'hanno piazzata bella come mamma l'ha fatta (o quasi!), mentre si strizza il bagaglio frontale in un abbraccio, sguardo da marpiona, sorriso ammiccante con tanto di labbroni gonfiati... per? Campagna di informazione per la prevenzione del tumore al seno.

Image source: web

Adesso, voglio dire, ok che non mi è mai stata troppo simpatica, ok che il savoir faire non le appartiene, ok che ha partecipato gratuitamente (beh ci mancherebbe anche!) e le intenzioni erano buone... ok tutto, ma ci si può mettere a posare così per una causa del genere?!

Lo sdegno è stato tale (magari, anche un po' esagerato), che alcune attiviste del blog "Le Amazzoni Furiose" (tra cui medici, insegnanti, psicologhe e donne accomunate dalla malattia in questione) hanno deciso di inviare una lettera aperta alla Lega Italiana per la Lotta ai Tumori e al Ministro della sanità, esigendo perfino il ritiro immediata della campagna:

"Le sottoscritte - si legge nella missiva - desiderano esprimere profondo sconcerto di fronte alla campagna Nastro Rosa 2015, la cui testimonial è una nota cantante ritratta a torso nudo, con le braccia a coprirne in parte i seni. Una posa che rappresenta un salto di qualità, di segno negativo, rispetto alle edizioni precedenti della campagna. Negli anni passati, infatti, a rappresentarla erano state scelte donne, sempre appartenenti al mondo dello spettacolo o dello sport e non colpite dalla malattia, che, tuttavia, erano state ritratte vestite e in atteggiamenti più consoni al tema. Per l’anno in corso, invece, la campagna punta ad offrire un’immagine sessualizzata e trivializzante della malattia, utilizzando in maniera pretestuosa l’invito a “fare prevenzione”, espressione ambigua con la quale ci si riferisce comunemente all’adesione ai programmi di screening per la diagnosi precoce del cancro al seno attraverso mammografia. Anche a livello nazionale dunque la LILT ha scelto di avvalersi di un uso strumentale del corpo femminile, come è già accaduto negli anni scorsi per campagne di gusto per lo meno dubbio, quali quelle promosse ad esempio dalla sezione di Torino che, nell’ottobre del 2014, ha patrocinato l’iniziativa Posso toccarti le tette? . 
Desideriamo ricordare che solo nel 2012 sono morte di cancro al seno 12.004 donne (dati Istat) e  nel 2014 si sono registrate 48.200 diagnosi tra la popolazione femminile del nostro paese (dati Aiom-Airtum). La patologia colpisce, inoltre, sebbene in misura minore rispetto alle donne, anche gli uomini. I programmi di screening si rivolgono alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni alle quali si raccomanda di effettuare una mammografia ogni 2 anni. La morte per cancro al seno sopravviene a seguito della diffusione dal seno ad altri distretti corporei (ossa, fegato, cervello e polmoni nella maggioranza dei casi). 
Cosa ha a che fare l’immagine di una donna chiaramente al di sotto della fascia d’età per la quale sono designati i programmi di screening con la “prevenzione” ? Perchè concentrare l’attenzione del pubblico sul suo décolleté florido (a cui fanno da contorno gli addominali scolpiti) se il rischio di morte si presenta solo nel caso in cui la patologia interessi altri organi?Una risposta la offrono i marchi di noti prodotti di consumo in calce al manifesto che pubblicizza la campagna. Tra questi, quello della nota casa automobilistica Peugeot. Studi scientifici recenti  dimostrano l’elevata incidenza del cancro al seno tra le donne impiegate nella produzione di materie plastiche per il settore automobilistico. Evidenze che hanno portato, nel 2014, l’American Public Health Association a chiedere alle massime autorità sanitarie degli Stati Uniti di porre in essere politiche di prevenzione atte a ridurre drastricamente l’esposizione sui luoghi di lavoro a sostanze associate al cancro al seno. 
La partnership tra LILT e Peugeot si configura chiaramente come un caso di pinkwashing, termine con cui si indica la pratica di pubblicizzare e/o vendere prodotti che aumentano il rischio di ammalarsi di cancro al seno, attraverso ingredienti e/o processi di lavorazione, collegandoli a campagne di sensibilizzazione o a raccolte fondi per la ricerca. Una strategia di marketing tristemente diffusa e che risulta estremamente efficace proprio perchè il cancro al seno offre la possibilità di esporre il seno femminile per finalità benefiche, attirando così l’attenzione del pubblico di ambo i sessi.Chiediamo pertanto il ritiro della campagna Nastro Rosa 2015 che consideriamo lesiva della dignità e della salute delle donne.

La replica di Francesco Schittulli, senologo e presidente della LILT, viene tempestivamente riportata su La Repubblica di Napoli:

Noi dobbiamo parlare alle ragazze, alle giovanissime e dobbiamo rompere tabù e pregiudizi. E  Anna Tatangelo ha un milione di Follower su Facebook e 600 mila su Twitter. Lei parla ai giovani ed è un esempio di giovane donna attenta alla salute, che pratica i corretti stili di vita e da brava  madre si occupa anche dell'alimentazione sana del figlio. Per questo considero la scelta fatta assolutamente in linea con i messaggi che la Lilt cerca di diffondere: la cultura della prevenzione. La campagna parla alle donne sane, perché arrivare prima significa salvarsi  la vita e proteggere il seno considerato il simbolo della femminilità'. E quando il corpo femminile è utilizzato con matura consapevolezza abbatte tabù pregiudizi ed esprime coraggio.

Si a me va anche bene, ma la realizzazione poi è stata pessima... Ci arriverai cavoli che quello scatto non potrebbe mai essere coerente con ciò che dovrebbe invece rappresentare!Se non ci fosse il fiocco rosa sul braccio di Anna, tutto sembrerebbe fuorché una campagna di beneficienza! Ma al di là della protagonista inadeguata, chi l'ha scelta, il fotografo, il web marketing manager e tutti quelli che hanno realizzato la campagna, cosa si erano bevuti?!?!?

E lei -la Tatangelo- è perfino indignata e risponde come peggio non poteva! 

Ho sempre pensato che la promozione di una causa così importante per tutti fosse inattaccabile Mi sbagliavo, perché si è riuscito a fare polemica anche su questo. Non penso che una donna giovane, con gli addominali e con il seno florido come il mio, non possa prestarsi a fare una campagna come quella della Lilt. Il tumore riguarda tutti e la prevenzione deve interessare tutte le età, soprattutto le ragazze.

Tesoro, tieniteli i tuoi addominali e il seno florido -rifatto-, stiamo parlando di altro se non te ne sei accorta!
L'egocentrismo dilagante di questo personaggio, mi disorienta a tal punto che non capisco se sia ingenua o completamente fuori di testa per non capire che il problema non è il suo corpo ma come l'ha utilizzato.

Di seguito la risposta delle Amazzoni Furiose, che appoggio in pieno:

Gentile Anna Tatangelo, ci dispiace che si sia sentita offesa dalla nostra lettera e vorremmo farle sapere che noi davvero apprezziamo la sua generosità nel prestarsi gratuitamente a una campagna di sensibilizzazione. Il suo è un esempio fra i molti di donne che si prestano in buona fede a operazioni che le strumentalizzano per i loro fini. Nel suo caso è evidente che è stata scelta, oltre che per la bellezza, perché è considerata un simbolo per molte giovani che vivono in quelle aree della Campania dove il dolore provocato da tante morti e sofferenze ha fatto emergere una diffusa consapevolezza dei fattori di rischio ambientale del cancro: l'avvelenamento delle terre, delle acque, dell'aria. Per chi vive nella "Terra dei Fuochi" non c'è "stile di vita sano" che tenga, e sottolinearlo in una campagna di sedicente sensibilizzazione è un modo per porre ancora una volta in secondo piano le vere cause dell’aumento dell’incidenza di diverse forme di cancro e di quello che si configura come un vero e proprio biocidio. Ci sembra, dunque, che lei sia stata strumentalizzata due volte, e noi le chiediamo di lasciare la campagna LILT e di unirsi a noi nella denuncia. Saremo felici di averla dalla nostra parte. 
Cordialmente,
Sandra Castiello- docente di latino e greco al liceo classico, Pagina Facebook Col seno di poi ma col senno di sempreGrazia De Michele - precaria, Blogger di Le Amazzoni FurioseAlberta Ferrari- chirurga senologa, Blogger di Ferite VincentiDaniela Fregosi - consulente e formatrice freelance, Blogger di Afrodite KEmma Schiavon- insegnante e storicaCarla Zagatti- psicologa e psicoterapeuta

Non credo che dopo aver letto queste parole, ci sia la possibilità di aggiungere altro. Posso capire che Anna abbia agito nel solo intento di aiutare queste persone non pensando che questo slancio compassionevole potesse mai trasformarsi in un arma a doppio taglio. Però doveva per lo meno immaginare che una foto del genere avrebbe potuto destare la disapprovazione di chi questo male l'ha affrontato sul serio, di chi ha dovuto subire una mastectomia, di chi ha visto spegnersi la persona che amava e si ritrova su fb la immagini di una rifattona nuda che sbandiera il suo stile di vita sano. 
Non lo so, la Tatangelo è una mia coetanea e io -pur non avendo mai attraversato problematiche simili- sinceramente non mi sento minimamente rappresentata da lei, che dice di voler parlare alle ragazze giovani. Se non ci fosse stata la polemica a posteriori, la sua foto non l'avrei nemmeno guardata... provocando l'esatto effetto contrario dell'intento della campagna!

Questi sono link sul tumore al seno, che ho invece molto apprezzato e hanno realmente toccato la mia sensibilità di donna:




Quindi, per le prossime volte, cortesemente... scegliete in maniera accurata chi, come e perchè.


martedì 29 settembre 2015

Parco San Floriano

Roberta è da quasi due anni che si è trasferita a Londra, torna sporadicamente ma quando lo fa tutto si ferma, bisogna rivedersi. E' stata una mia compagna di corso -e di avventure- durante la laurea triennale in design. Amica divertente, nonché Cupido nella storia tra me e Daniele, sempre disponibile e con la battuta pronta... uno spirito libero, che ama la vita e fare tante cose... è un grillo saltellante che non si ferma mai!



Questa premessa, per sottolineare quanto mi riempia di gioia quando la mia Robi fa ritorno in patria! Lo scorso weekend per altro è stato anche il suo compleanno, quindi per festeggiare abbiamo cercato un posticino nuovo ma categoricamente immerso nel verde. Da Gigi è arrivata la proposta vincente: il Parco di San Floriano, in Friuli.



Da Treviso ci abbiamo impiegato un'oretta a raggiungerlo, lasciato le auto prima dell'ingresso del Parco (il parcheggio non è grandissimo) e abbiamo camminato nemmeno una mezzora per arrivare al ristorante. Lo scenario bucolico è perfetto per una scampagnata in famiglia, il contatto con la natura è meraviglioso e si possono ammirare tutti gli animali della fattoria, in apposite aree molto curate.



Il pranzo si è svolto come sempre in maniera molto "molesta", risultato 8 bottiglie di rosso in 8, grappini e spiedo! La cucina non è delle migliori, semplice e modesta, però per un ristoro in mezzo al verde ne vale la pena...
Noi abbiamo condito il tutto con parrucche tra l'heavy metal e i cugini di campagna, facendo gli idioti sopra i carri agricoli!



Tornando indietro abbiamo fatto una passeggiata addentrandoci nel boschetto del parco... attenzione perchè la recinzione dei maiali ha sul serio l'elettricità (testata) !!!
Ci siamo fermati anche all'osteria della tenuta, dove si stava svolgendo un concertino dal vivo con repertorio italiano dai toni un po' folk... tra gli artisti interpretati Vinicio Caposela, Battisti... devo dire piacevole!



Ah mascotte della giornata è stato Luigi, munito anche lui di coroncina floreale e occasionalmente perfino di parrucca riccia!

mercoledì 23 settembre 2015

Le Cantine della Franciacorta aprono le porte



Il mio primo Festival della Franciacorta è stato un vero successo, devo proprio dirlo!
Le previsioni meteo erano pessime fino a qualche giorno prima... Eppure ieri splendeva il sole! E abbiamo approfittato di questa fantastica giornata per immergerci in tour enogastronomico d'eccezione.


Ore 9:30 ritrovo per caffè

Ore 10 cantina Gatti di Gatti Enrico
Ci ha accolto la proprietaria con estrema gentilezza e spontaneo savoir faire, illustrandoci le varie tipologie di vini e preoccupandosi di farci avere subito qualcosa da mangiare.
La visita all'interno della cantina è stata condotto da un giovanissimo ma altrettanto preparato erede della famiglia Gatti. La degustazione di Franciacorta Brut, Nature e, in anteprima, il Franciacorta Brut Millesimo 2008, è stata accompagnata da uno squisito panino gourmet, realizzato dallo Chef Fausto Peci del Ristorante Albergo Rosa di Iseo. Dal primo morso ho capito immediatamente che non si trattava di un semplice sandwich: il pane era fragrante, con una superficie croccante ma soffice all'interno, la farcitura ben dosata (uno roast beaf, salsa olandese e funghi, l'altro salmone affumicato pomodorini confit e zucchine)!
Ecco il primo incidente di percorso: non sarei stata io se non mi fossi giustamente rovesciata addosso un'intero calice di Millesimato, no?!





Ore 11:00 Cantina San Cristoforo
A pochi passi di distanza, ci immergiamo in un'altra realtà vinicola, la cui accoglienza è decisamente differente.... Dopo una pseudo visita, tradotta in una spiegazione piuttosto sbrigativa, ci siamo intrattenuti al piccolo buffet di salami e Grana Padano che hanno piacevolmente accompagnato la selezione di ben quattro Franciacorta: Brut, Rosè, ND e Millesimato. Anche qui il contesto dell'azienda era davvero incantevole, un po' meno le maniere dei proprietari, più interessati purtroppo a vendere il prodotto che a far sentire a proprio agio gli ospiti.



Ore 12:30 Tenuta Vigna Dorata
Sempre nelle strette vicinanze di Erbusco, ci siamo spostati a Calino di Cazzago dove ad aspettarci c'erano gli organizzatissimi componenti dello staff Vigna Dorata. Dopo la registrazione, è iniziata subito il tour della cantina -a dire il vero, stavano aspettando solo noi per cominciare... i soliti ritardatari ovviamente!- che è stato spiegato in maniera chiara ed esaustiva dalla guida. Successivamente abbiamo pranzato con l'hamburger gourmet proposto dall'azienda vinicola, accostato ad un Franciacorta Brut e uno Rosè.
Il panino l'ho trovato molto buono, si vedeva che c'era un impegno e una ricercatezza particolare dietro agli ingredienti... peccato per la carne ed il pane un po' freddini, sicuramente caldi avrebbero reso ancora più speciale il gusto complessivo!



Ore 15:30 Ferghettina
Qui davvero il panorama superava ogni aspettativa: dopo esserci imbattuti su stradine di campagna disastrate si è aperta dinnanzi a noi la bellissima tenuta, da cui si potevano ammirare sia i vigneti circostanti che il Lago d'Iseo... Che dire, una vista da mozzare il fiato!
Abbiamo declinato l'ennesima visita e ci siamo inoltrati subito nello spazio adibito al buffet, assaggiando il Brut e il Rosè della cantina. Le tipicità gastronomiche (culatello, salame, formaggi) erano gestite dall'azienda agricola Berlinghetto, solo con supplemento.







Ore 17:00 Tenuta Contadi Castaldi
Eccoci all'ultima, ma non per importanza, tappa enogastronomica! La Cantina ci ha subito accolto in maniera ben organizzata e strutturata: alla visita, condotta da un baldo giovanotto molto carin... emh competente, è succeduta la parte degustativa. L'atmosfera è leggermente più cool e social: musica, personale giovane, qua e là si scorgevano cartelloni con gli hashtag (tipo #mifrizzalatesta) da utilizzare e una cornice instagram da usare nelle foto. Una cosa un po' più sprintosa diciamo.
Era possibile accostare una selezione di formaggi o salumi agli assaggi vinicoli, pagandoli ovviamente a parte.





Il bilancio della giornata, vino versato addosso a parte, è stato decisamente positivo.
La selezione delle strutture da visitare è stata azzeccatissima, sia per disposizione geografica (distavano pochi chilometri l'una dall'altra) che per tipologia di intrattenimento.
Ogni cantina ha saputo differenziarsi nell'ospitalità e nelle modalità organizzative, c'è da dire che il minimo comun denominatore è sempre e comunque stato un ottimo Franciacorta!