martedì 6 ottobre 2015

Cara Anna, hai sbagliato tutto.

Di solito non mi perdo mai in futili polemiche e sfogatoi sul web. Ma questa volta mi salta proprio il nervo.
Avevo già affrontato il tema delle campagne di beneficenze ridicole che in questi mesi stanno spopolando in rete, stilando una classifica scherzosa sui casi di fundraising più controversi (leggi qui: Le iniziative di beneficenza più assurde del web ).

Nuovo caso che sta spopolando proprio in questi giorni riguarda la cantante Anna Tatangelo, che già è abbastanza controversa come personaggio pubblico, ma ora più che mai.
In pratica, l'hanno piazzata bella come mamma l'ha fatta (o quasi!), mentre si strizza il bagaglio frontale in un abbraccio, sguardo da marpiona, sorriso ammiccante con tanto di labbroni gonfiati... per? Campagna di informazione per la prevenzione del tumore al seno.

Image source: web

Adesso, voglio dire, ok che non mi è mai stata troppo simpatica, ok che il savoir faire non le appartiene, ok che ha partecipato gratuitamente (beh ci mancherebbe anche!) e le intenzioni erano buone... ok tutto, ma ci si può mettere a posare così per una causa del genere?!

Lo sdegno è stato tale (magari, anche un po' esagerato), che alcune attiviste del blog "Le Amazzoni Furiose" (tra cui medici, insegnanti, psicologhe e donne accomunate dalla malattia in questione) hanno deciso di inviare una lettera aperta alla Lega Italiana per la Lotta ai Tumori e al Ministro della sanità, esigendo perfino il ritiro immediata della campagna:

"Le sottoscritte - si legge nella missiva - desiderano esprimere profondo sconcerto di fronte alla campagna Nastro Rosa 2015, la cui testimonial è una nota cantante ritratta a torso nudo, con le braccia a coprirne in parte i seni. Una posa che rappresenta un salto di qualità, di segno negativo, rispetto alle edizioni precedenti della campagna. Negli anni passati, infatti, a rappresentarla erano state scelte donne, sempre appartenenti al mondo dello spettacolo o dello sport e non colpite dalla malattia, che, tuttavia, erano state ritratte vestite e in atteggiamenti più consoni al tema. Per l’anno in corso, invece, la campagna punta ad offrire un’immagine sessualizzata e trivializzante della malattia, utilizzando in maniera pretestuosa l’invito a “fare prevenzione”, espressione ambigua con la quale ci si riferisce comunemente all’adesione ai programmi di screening per la diagnosi precoce del cancro al seno attraverso mammografia. Anche a livello nazionale dunque la LILT ha scelto di avvalersi di un uso strumentale del corpo femminile, come è già accaduto negli anni scorsi per campagne di gusto per lo meno dubbio, quali quelle promosse ad esempio dalla sezione di Torino che, nell’ottobre del 2014, ha patrocinato l’iniziativa Posso toccarti le tette? . 
Desideriamo ricordare che solo nel 2012 sono morte di cancro al seno 12.004 donne (dati Istat) e  nel 2014 si sono registrate 48.200 diagnosi tra la popolazione femminile del nostro paese (dati Aiom-Airtum). La patologia colpisce, inoltre, sebbene in misura minore rispetto alle donne, anche gli uomini. I programmi di screening si rivolgono alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni alle quali si raccomanda di effettuare una mammografia ogni 2 anni. La morte per cancro al seno sopravviene a seguito della diffusione dal seno ad altri distretti corporei (ossa, fegato, cervello e polmoni nella maggioranza dei casi). 
Cosa ha a che fare l’immagine di una donna chiaramente al di sotto della fascia d’età per la quale sono designati i programmi di screening con la “prevenzione” ? Perchè concentrare l’attenzione del pubblico sul suo décolleté florido (a cui fanno da contorno gli addominali scolpiti) se il rischio di morte si presenta solo nel caso in cui la patologia interessi altri organi?Una risposta la offrono i marchi di noti prodotti di consumo in calce al manifesto che pubblicizza la campagna. Tra questi, quello della nota casa automobilistica Peugeot. Studi scientifici recenti  dimostrano l’elevata incidenza del cancro al seno tra le donne impiegate nella produzione di materie plastiche per il settore automobilistico. Evidenze che hanno portato, nel 2014, l’American Public Health Association a chiedere alle massime autorità sanitarie degli Stati Uniti di porre in essere politiche di prevenzione atte a ridurre drastricamente l’esposizione sui luoghi di lavoro a sostanze associate al cancro al seno. 
La partnership tra LILT e Peugeot si configura chiaramente come un caso di pinkwashing, termine con cui si indica la pratica di pubblicizzare e/o vendere prodotti che aumentano il rischio di ammalarsi di cancro al seno, attraverso ingredienti e/o processi di lavorazione, collegandoli a campagne di sensibilizzazione o a raccolte fondi per la ricerca. Una strategia di marketing tristemente diffusa e che risulta estremamente efficace proprio perchè il cancro al seno offre la possibilità di esporre il seno femminile per finalità benefiche, attirando così l’attenzione del pubblico di ambo i sessi.Chiediamo pertanto il ritiro della campagna Nastro Rosa 2015 che consideriamo lesiva della dignità e della salute delle donne.

La replica di Francesco Schittulli, senologo e presidente della LILT, viene tempestivamente riportata su La Repubblica di Napoli:

Noi dobbiamo parlare alle ragazze, alle giovanissime e dobbiamo rompere tabù e pregiudizi. E  Anna Tatangelo ha un milione di Follower su Facebook e 600 mila su Twitter. Lei parla ai giovani ed è un esempio di giovane donna attenta alla salute, che pratica i corretti stili di vita e da brava  madre si occupa anche dell'alimentazione sana del figlio. Per questo considero la scelta fatta assolutamente in linea con i messaggi che la Lilt cerca di diffondere: la cultura della prevenzione. La campagna parla alle donne sane, perché arrivare prima significa salvarsi  la vita e proteggere il seno considerato il simbolo della femminilità'. E quando il corpo femminile è utilizzato con matura consapevolezza abbatte tabù pregiudizi ed esprime coraggio.

Si a me va anche bene, ma la realizzazione poi è stata pessima... Ci arriverai cavoli che quello scatto non potrebbe mai essere coerente con ciò che dovrebbe invece rappresentare!Se non ci fosse il fiocco rosa sul braccio di Anna, tutto sembrerebbe fuorché una campagna di beneficienza! Ma al di là della protagonista inadeguata, chi l'ha scelta, il fotografo, il web marketing manager e tutti quelli che hanno realizzato la campagna, cosa si erano bevuti?!?!?

E lei -la Tatangelo- è perfino indignata e risponde come peggio non poteva! 

Ho sempre pensato che la promozione di una causa così importante per tutti fosse inattaccabile Mi sbagliavo, perché si è riuscito a fare polemica anche su questo. Non penso che una donna giovane, con gli addominali e con il seno florido come il mio, non possa prestarsi a fare una campagna come quella della Lilt. Il tumore riguarda tutti e la prevenzione deve interessare tutte le età, soprattutto le ragazze.

Tesoro, tieniteli i tuoi addominali e il seno florido -rifatto-, stiamo parlando di altro se non te ne sei accorta!
L'egocentrismo dilagante di questo personaggio, mi disorienta a tal punto che non capisco se sia ingenua o completamente fuori di testa per non capire che il problema non è il suo corpo ma come l'ha utilizzato.

Di seguito la risposta delle Amazzoni Furiose, che appoggio in pieno:

Gentile Anna Tatangelo, ci dispiace che si sia sentita offesa dalla nostra lettera e vorremmo farle sapere che noi davvero apprezziamo la sua generosità nel prestarsi gratuitamente a una campagna di sensibilizzazione. Il suo è un esempio fra i molti di donne che si prestano in buona fede a operazioni che le strumentalizzano per i loro fini. Nel suo caso è evidente che è stata scelta, oltre che per la bellezza, perché è considerata un simbolo per molte giovani che vivono in quelle aree della Campania dove il dolore provocato da tante morti e sofferenze ha fatto emergere una diffusa consapevolezza dei fattori di rischio ambientale del cancro: l'avvelenamento delle terre, delle acque, dell'aria. Per chi vive nella "Terra dei Fuochi" non c'è "stile di vita sano" che tenga, e sottolinearlo in una campagna di sedicente sensibilizzazione è un modo per porre ancora una volta in secondo piano le vere cause dell’aumento dell’incidenza di diverse forme di cancro e di quello che si configura come un vero e proprio biocidio. Ci sembra, dunque, che lei sia stata strumentalizzata due volte, e noi le chiediamo di lasciare la campagna LILT e di unirsi a noi nella denuncia. Saremo felici di averla dalla nostra parte. 
Cordialmente,
Sandra Castiello- docente di latino e greco al liceo classico, Pagina Facebook Col seno di poi ma col senno di sempreGrazia De Michele - precaria, Blogger di Le Amazzoni FurioseAlberta Ferrari- chirurga senologa, Blogger di Ferite VincentiDaniela Fregosi - consulente e formatrice freelance, Blogger di Afrodite KEmma Schiavon- insegnante e storicaCarla Zagatti- psicologa e psicoterapeuta

Non credo che dopo aver letto queste parole, ci sia la possibilità di aggiungere altro. Posso capire che Anna abbia agito nel solo intento di aiutare queste persone non pensando che questo slancio compassionevole potesse mai trasformarsi in un arma a doppio taglio. Però doveva per lo meno immaginare che una foto del genere avrebbe potuto destare la disapprovazione di chi questo male l'ha affrontato sul serio, di chi ha dovuto subire una mastectomia, di chi ha visto spegnersi la persona che amava e si ritrova su fb la immagini di una rifattona nuda che sbandiera il suo stile di vita sano. 
Non lo so, la Tatangelo è una mia coetanea e io -pur non avendo mai attraversato problematiche simili- sinceramente non mi sento minimamente rappresentata da lei, che dice di voler parlare alle ragazze giovani. Se non ci fosse stata la polemica a posteriori, la sua foto non l'avrei nemmeno guardata... provocando l'esatto effetto contrario dell'intento della campagna!

Questi sono link sul tumore al seno, che ho invece molto apprezzato e hanno realmente toccato la mia sensibilità di donna:




Quindi, per le prossime volte, cortesemente... scegliete in maniera accurata chi, come e perchè.