lunedì 19 gennaio 2015

Le iniziative di beneficienza più assurde dell’anno

Abbiamo assistito a docce fredde, a nomination, a finti selfie dormienti… Ma ancora non mi è chiaro come tutte queste pittoresche attività mediatiche possano supportare realmente cause benefiche.
Le azioni di fundraising da parte dello star system sono sicuramente ammirevoli, ma alle volte mi sorge il dubbio che non tutti facciano sul serio e mi piacerebbe proprio sapere quanto c’è di concreto in tutto questo.

Ormai tutti sappiamo della dedizione di moltissimi vip che girano il mondo per aiutare i più bisognosi, non limitandosi al solo contributo economico –che è comunque fondamentale- ma impegnandosi in prima persona al sostentamento di strutture e viveri per i paesi del terzo/ quarto mondo. Ma non tutti sono come i Brangiolina o l’instancabile Bono… Tanti, purtroppo, pare sfruttino la scia della misericordia esclusivamente per mettersi in mostra sui social. Lo storico fumo, puzza di selfie e non si sa proprio dove sia andato a finire l’arrosto!
Quanto di concreto si cela dunque dietro queste incredibili manifestazioni di solidarietà sociale… Quelle che mi sono “piaciute” di più, sono state:

5. Le catene incomprensibili su FaceBook "Oh mio Dio, ho ingoiato una mosca!" oppure "Ho evitato una multa con le mie tette"... 
sicuramente avete aiutato la ricerca!




4. I gavettoni sonori dei vari Jovanotti, Celentano, ecc.
  ok, ora dovreste fare anche una donazione.




3. il dolce risveglio di Belen
grazie per aver sconfitto la fame nel mondo!



2. La versione NO make up di Naomi
si ci sto proprio credendo!



1. La Ice Bucket Challenge di Luciana Letizietto
aka la "taccagna"



Vasco, invece dichiara guerra alla BENEFICENZA SENZA SPETTACOLO. «Non parteciperò a nessun concerto di beneficenza. Non amo quel modo di farla, poco costoso e poco faticoso», commenta nella propria pagina Facebook, «penso che certe cose si debbano fare tirando fuori i soldi dal proprio portafoglio, senza troppo spettacolo e pubblicità».
Della medesima opinione sembra essere Samuele Bersani, che nella propria pagina ha scritto: «Partecipare a un concerto di beneficenza gratuitamente per poi prendersi come autori i soldi dalla Siae per l’esibizione di quella sera sarebbe un colpo paradossale. Respingiamo i cattivi pensieri sin da ora. Ogni minimo spicciolo ricavato dev’essere interamente dichiarato e devoluto».
Pare che gli stranieri siano molto più bravi di noi in questi termini, da Mark Zuckermberg a Pamela Anderson, passando per Alicia Keys e i coniugi Beckham. La lista è davvero infinita, e con i loro sforzi supportano le tematiche più svariate: investimenti nelle scuole americane, lotta contro il cancro al seno, supporto della ricerca scientifica, aiuti umanitari nei paesi del terzo e quarto mondo… Azioni che sottolineano quanto ridicoli siano le mere manifestazioni mediatiche che i “colleghi” maldestri mettono in atto solo per accaparrarsi un infimo spazio di notorietà.

Qui alcuni link dove trovare altre iniziative che hanno coinvolto il mondo dei social:

http://www.fundraising.co.uk/2014/11/04/fundraising-campaigns-using-selfies/


http://www.theguardian.com/voluntary-sector-network/2014/dec/03/no-makeup-selfie-cancer-research-fundraising-benefit-quick-thinking


http://charitychap.com/2014/03/no-makeup-selfie/


Ultima considerazione che mi viene da fare è che probabilmente -anche se troppo spesso assistiamo ad una strumentalizzazione vandalica di cause benefiche- è pur sempre un bene creare viralità intorno a queste problematiche, nella speranza che tutti questi serrfi in desabillè abbiamo poi un risvolto concreto.