mercoledì 6 dicembre 2017

L'arte di ciascuno di noi, esiste davvero?

Vorrei semplicemente essere speciale in qualcosa.

Intendo veramente brava, non accettabile, non mediocre: brava.
E mi accontenterei di un "come allacci le scarpe tu, nessuno mai". Sarebbe già qualcosa.

Sono stanca di sentirmi una delle tante.

Mi piacerebbe eccellente nel lavoro, ma forse mi piacerebbe ancora di più essere inimitabile nei rapporti con le persone.

Vorrei essere una che "con te mi ritorna sempre il sorriso".


lunedì 4 settembre 2017

Le cose semplici non fanno per me

Sto attraversando un periodo non troppo facile, anzi.

Provo a fare il punto della situazione.

Ho da poco cambiato lavoro e riscontro le prime difficoltà professionali e relazionali. Mi inserisco in una realtà spaccata in due tra titolari e dipendenti che pare non vogliano interagire. Io, manager commerciale, sto nel mezzo e mi ritrovo ad essere esclusa da tutte le iniziative che i miei colleghi organizzano perchè ?!.. Mi è stata data una sorte di spiegazione, ma magari sto semplicemente sul cazzo a tutti e io mi rattristo dinnanzi a tanta freddezza.

A casa la situazione è sempre caotica: ci sono, non ci sono, il cane rompe, la tua roba da stirare, quando torni, cosa fai, ma mi lasci di nuovo il cane.

Fisicamente mi sento uno schifo. Palestra ormai abbandonata, regime alimentare pessimo, mi trucco solo in rare occasioni. Tanto nessuno noterebbe la differenza.

Poi veniamo alla parte migliore. Un rapporto obiettivamente in crisi, decisioni difficili da prendere, realtà che forse non si vogliono ammettere. Diciamo che tutte le condizioni che stiamo vivendo in questo periodo ci remano contro: nervosismi mal gestiti e sfogati, tempistiche e modalità di reazione diverse, senza scordare il fattore caratteri opposti. Insomma sulla carta uno schifo. E adesso una settimana senza vederci ne sentirci per capire. Io sono già attaccata a playlist forever alone style da ieri e mi sembra tutto un vero casino. Razionalmente mi dico che sarebbe meglio lasciar perdere tutto e ognuno per la sua strada. E proprio in questa situazione mi rendo conto che è lui che voglio nella mia vita, tutto il resto passa in secondo piano. So benissimo di esserne innamorata e che ci sono centinaia di cose che mi mancherebbero. Però bisogna fare i conti con l'infelicità reciproca, con quei maledetti caratteri opposti. Allora mi chiedo: l'amore basta? Non sarebbe più semplice forse trovare una persona più simile a noi stessi senza lottare in questo folle accanimento terapeutico? Non so ancora darmi una risposta, non so nemmeno se mi manca il coraggio di rimanere e viverci dando il tutto per tutto, o forse mi manca quello di andare.

Una cosa è certa: sto proprio di merda.





mercoledì 19 luglio 2017

Tranne me.

Ci risiamo.

Si sa che Facebook non è il migliore amico degli sfigati: ovvero, quando sentì che la tua vita (o alcuni aspetti specifici di essa) stanno andando con il freno a mano tirato -per non dire di merda- allora ecco che ti compaiono determinate persone che non vedi tra i risultati della tua home da mesi e mesi, se non anni e anni. Cos' hanno in comune tutti questi tuoi carissimi "amici" della rete?! Fanno cose che vorresti fare tu, dannazione!
E i campi possono essere tra i più disparati, ad esempio: viaggi, diete concluse con successo, cerimonianze varie, lavori fighissimi, traslochi esilaranti, e altre attività di ogni tipo. 

Sarà perché è estate, fa caldo e sono insofferente. Ma è possibile che mi compaiono solo dettagliatissime testimonianze fotografiche dalle mie compagne delle elementari, medie, superiori e università che si sposano o figliano?! Nella loro vita perfetta, con compagno/ marito che si mette pure a disposizione per fare grandi selfoni sorridenti! E qui sento Fabri Fibra nelle orecchie che mi canta Tranne Teeeee e mi sento una povera idiota che non ha nemmeno una casa dove sistemare le proprie cose.
Ok santa pazienza, una cosa alla volta... per quest'anno ho già fatto un cambio lavoro iniziando una professione completamente nuova, quindi mi dedicherò a giocare con questa nuova distrazione e farò finta che per ora mi accontento così. 

Comunque ho comprato un nuovo weekly planner da Pull & Bear quindi nessuno può togliermi questa felicità, nemmeno Facebook.



mercoledì 5 luglio 2017

Sogni infranti.

Vi dirò sarà che sono immersa in una di quelle serate solitarie, che desideri sempre tanto ma che difficilmente riesci a ritagliarti. Sarà anche che sto ascoltando i pezzoni più deprimenti degli Smashing Pumpkins e inviando lettere di dimissioni, quindi potete solo immaginarveli i pensieri di questa afosa serata di luglio.

Sto riflettendo sul bilancio della mia vita. Mamma mia "pensare fa male" mi direbbe qualcuno. Il problema è che sono cosa a cui ultimamente non riesco ad allontanare. Ebbene si, perchè a volte non mi arrendo al fatto che fino a qualche anno fa avevo dei sogni ed ero fermamente convinta che li avrei realizzati. Magari non esattamente così come li avevo immaginati nella mia testa, ma almeno un bagliore di quei progetti l'avrei raggiunto.

Vediamo un po', cos'è che avrei tanto voluto dalla vita.
Innanzitutto cani, almeno un paio (un maschio e una femmina ovviamente) che mi avrebbero regalato la gioia di vedere tanti piccoli cuccioli gironzolare per casa.
Ok diciamo che è qualcosa a cui posso rinunciare. Per ora.

Poi, un lavoro.
Immaginavo che nel giro di qualche anno avrei trovato la mia strada professionale, avrei fatto carriera e magari mi sarei costruita qualcosa di mi da implementare passo dopo passo.
Umh. Sono al mio quarto impiego dopo la laurea e mi rendo sempre più contro che le persone sono fisso strane, soprattutto in ambito lavorativo tirano fuori il meglio e il peggio di se stessi e un po' alla volta pure tu sei portato a farlo. Beh sta di fatto che adesso alla soglia dei 31 mi ritrovo dinnanzi ad una nuova sfida, accetto e ci provo. Speriamo solo che arrivi quella tanto ambita serenità, quell'equilibrio e quelle soddisfazioni che tanto cerco.

Gran finale, una famiglia.
Sicuramente figli entro i 30, figurati! A 28 anni mi sposo e un paio li sforno nell'immediato, poi arriverà anche il terzo perchè si sa 3 è il numero perfetto!
Certo Carlotta, convinta... tutto questo accadrà si, nel duemilaecredici!
No. questa è la parte della realtà con cui fa più male scontrarsi.
Forse perchè non dipende da me.
Adesso sono costretta ad auto-convincermi che queste cose in fin dei conti non le voglio, che c'è tempo. Ma la verità è che ho sempre sognato tanti sorrisi, un giardino grande e mangiare anguria nelle sere d'estate.

E questo maledetto mondo digitale in cui ti riscoprono così fastidiosamente SOCIAL appesantisce tutto, perchè sembra che chiunque abbia realizzato qualcosa di concreto nella propria vita tranne Me.
Forse l'errore è stato sognare e desiderare troppo, senza rendersi conto di dove stavo e sto andando. Mi sento persa come quando avevo 21 anni, con l'unica differenza che adesso ho un decennio in meno per concretizzare quei fottutissimi sogni.

Merda.




lunedì 6 marzo 2017

Dietro lo schermo leoni, nella vita coglioni.

In questi giorni penso sempre di più ad una problematica che si sta facendo sempre più preoccupante: il cyberbullismo. Questo concetto si diversifica in mille varianti e gradi, però dietro a questi grandi coglio** ops leoni dalla tastiera facile, c'è una grande insicurezza e astio verso il prossimo. Questi sentimenti negativi, mai risolti, inducono questi elementi ad avvalersi di strumenti digitali con estrema superficialità con il puro scopo di denigrare gli altri e sentirsi quindi più forti. Dietro a smartphone e computer si celano persone che preferisco elargire offese piuttosto che confrontarsi con il mondo reale: è più facile non avere il proprio interlocutore davanti agli occhi e sputare cattiverie digitando tasti a caso. Alle volte le dita sono più veloci del cervello. 
Mi chiedo perché bisogna arrivare a questo punto? Che soddisfazione può dare schernire e mettere altre persone in difficoltà?!
Sempre di più credo che da qualche parte abbiamo fallito, tutti. Perché se permettiamo -o addirittura alimentiamo- certi comportamenti la colpa non è di pochi casi isolati, ma di ciascuno di noi. Vorreste dirmi che la sofferenza di una persona non è più importante?! Si preferisce guardare un video e riderne, piuttosto che invitare a riflettere la persona che ce l'ha inoltrato??
Penso ai ragazzini suicidi che si sono tolti la vita perché violentati nei social media, penso alle ragazze svergognate con i video dei loro momenti di intimità, penso alle ragazzine che impazziscono per i personaggi di uomini e donne e si scagliano l'una contro l'altra in base allo schieramento (manco fosse la guerra delle due rose)... e poi ci sono esempi di vita e di forza, come Bebe Vio, che invece di essere elogiata per la sua determinazione e tenacia, viene bersagliata di insulti per la troppa attenzione mediatica a quanto pare ingiustificata.
Commenti dispregiativi, foto e filmati hard, minacce, tweet cinici e taglienti. È tanto divertente vomitare sentenze in 140 caratteri?! Spero allora che la vostra esistenza sia piena di successi social e che al vostro funerale al posto di lacrime e fiori ci siano milioni di like e tweet, magari anche un video in live streaming così i vostri follower non sono nemmeno tenuti a presenziare.

giovedì 5 gennaio 2017

Cosa succede dopo i trenta.

Sono sincera, ho sempre pensato che l'età fosse solo un numero. Niente di più, una cifra che stava lì, affianco a nome, cognome e indirizzo.
Quest'estate ho compiuto un numero importante, una tappa non trascurabile, anche se non ci ho mai dato importanza. Non mi sono mai realmente soffermata sui miei trent'anni. Ma dopo qualche mese ho percepito una sensazione strana, ho avvertito la consapevolezza del mio cambiamento, sono riuscita a guardare in maniera distaccata alla persona che ero e capire -più o meno- quella che sono oggi.

In realtà non ho ancora colto chi sono e il mio scopo nella vita, ma mi sento diversa.

Chi ero?
La perfetta cogliona: impulsiva, arrogante, insicura senza rendermene conto, polemica, fancazzista. Durante i miei vent'anni tra momenti felici e festaioli, ho avuto anche parecchie delusioni, un amore importante finito, qualche amicizia chiusa, risultati universitari mediocri. 
Era un continuo fregarsene e poi pentirsi. 
E dal periodo in cui eravamo tutti amici, tutti insieme facevamo le stesse cose, si usciva, ci si confidava, ci si estraniava dalla realtà, sono precipitata in una fase in cui non mi interessava più di nessuno. Ero convinta che fossi indifferente alle altre persone, quindi perchè doveva importarmene di loro? Mi chiedevo cos'avessi di sbagliato, perchè non piacevo a tutti, perchè non riuscivo ad essere perfetta come tutte le persone accanto a me. Perchè tutto mi stava andando storto, mentre gli altri vivevano felici?

Poi, gradualmente, ho smesso di farmi domande.

Ho detto basta con i sensi di colpa. Mi sono fidata degli altri e di me stessa. Forse tanto male non ero se avevo qualcuno che a me ci teneva e tuttora ci tiene. Ho cominciato a considerare le persone che mi erano più vicine e non quelle su cui volevo fare colpo. A lasciare andare i rapporti sterili, per curare di più quelli importanti. Ho smesso di avere paura che le cose accadessero o addirittura non accadessero. 

Chi sono?
La solita di sempre, ovvio. Incostante l'avevo detto? Ecco si, tante idee e progetti in mente ma di una concretezza effimera. Sognatrice sempre. Impulsiva, meno. Saggia, per gli altri. Arrabbiata con il mondo, solo a volte. 

La differenza è che adesso spero di aver capito che va bene così.

Non sono rassegnata, ma semplicemente accetto e riconosco i miei limiti. Non me ne colpevolizzo più. Certo, il tentativo di migliorarsi c'è sempre ma la vivo con positività, come arricchimento e non con la costante ansia di essere inadatta.

Provo ad allontanare i dubbi ed i pensieri e vivere in base alle sensazioni. Cerco di essere la persona che piace a me stessa e non quella che secondo me potrebbe piacere agli altri.

Ed anche nei rapporti sono cambiata. Valuto come si comportano le persone nei miei confronti, i piccoli gesti che mi regalano, senza star lì a guardare ciò che non hanno fatto. 
A trent'anni -forse- ho capito che puntualizzare non serve.  Meglio essere flessibili che ragionare a rigor di logica. Meglio un sorriso oggi, che una fabbrica di cioccolato domani.


Quindi buoni propositi per il 2017?

Essere felice.