mercoledì 23 aprile 2014

Passeggiando in bicicletta...

Eccola la nuova creazione di Ciclo AMC ...è arrivata Flipper!!!
Bellissima bici da corsa restaurata con cura ed esperienza, pronta per solcare le strade... magari sotto questo bellissimo sole primaverile!
Il marchio nasce solo nel 2011, ma può vantare bellissimi esemplari di biciclette vintage riportate a nuova vita. Per quanto riguarda la tipologia, i modelli spaziano da bici da corsa, da strada, mountain bike, bici da donna, scatto fisso, contro pedale... e chi più ne ha più ne metta!
Ormai il trend del "fix" sta prendendo sempre più piede...e finalmente si tratta di una moda dinamica e salutare: pedalare fa bene sia al nostro corpo, che all'ambiente che ci circonda!
Quindi tutti in sella, è sbocciata ormai la bella stagione e la prova costume è alle porte... Quest'arietta fresca è l'ideale per gite ed escursioni, ma anche per un sano allenamento quotidiano.
Anche le più grandi aziende stanno sviluppando nuove linee dedicate ad un target giovane e volenteroso, che preferisce un po' di fatica allo smog.
Nel caso di Ciclo AMC si tratta di lavorazioni impeccabili, indice di qualità e dell'eccellenza del design italiano: la ricercatezza dei dettagli contraddistingue le creazioni, che non rappresentano solo semplici bici, ma pezzi unici personalizzati secondo le richieste del cliente e il risultato... non delude mai!




venerdì 11 aprile 2014

"Vanità... decisamente il mio peccato preferito."

L'ultima battuta pronunciata da Al Pacino, diavolo risoluto, ci aveva visto lungo.
Ben 17 anni dopo l'uscita del film L'avvocato del Diavolo, ci ritroviamo dinnanzi ad uno scenario invaso dal suddetto peccato capitale, interpretato in versione 2.0: i SELFiE.
Occhi seducenti, labbra semiaperte, guancie risucchiate per far risaltare gli zigomi, manina sul fianco e pancia ben in dentro così si pompano anche un po' le tette... Ecco qui istruzioni per l'uso per diventare perfette poser! Ma la superbia dell'autoscatto selvaggio non ha coinvolto solo la popolazione femminile... Infatti i signori ometti si sanno destreggiare altrettanto bene tra sedute di palestra, aule studio, camere da letto o contesti artistoidi hypsterini esibendo i rispettivi must: un bel paio di baffi circensi (o barba boscaiola molto folta), tatuaggi traditional, addominali scolpiti -per chi può- ed immancabile espressione che dice "io non mi prendo mica sul serio... sono figo al naturale, che ci vuoi fa?!"
Insomma, autocelebrazione della nostra immagine, i Selfie si sono ormai impadroniti del web e -se a scattarli sono le star- ce li ritroviamo perfino in mezzo ai notiziari.
In realtà, niente di nuovo sta accadendo, se pensiamo che la maggior parte degli artisti dei secoli scorsi dedicavano a se stessi almeno uno dei propri dipinti.
Il termine Selfie è stato coniato dal fotografo Jim Krause nel lontano 2005, per indicare i grotteschi autoscatti degli adolescenti che circolavano su Facebook. Ma nel 2011 la pratica dell' "autoritratto digitale" è esplosa nella rete coinvolgendo persone di ogni età, ceto sociale, professione ed approdando addirittura alla Casa Bianca.
Pensate che la sua diffusione mediatica è stata tale, da aggiudicarsi il titolo di parola dell'anno, entrando ufficialmente nel dizionario Oxford English.
Per fortuna c'è chi sdrammatizza il tutto proponendosi in pose ed espressioni che non esaltano affatto la bellezza del viso. Certo bisogna anche dire che, nel loro tentativo sarcastico di sbeffeggiare i "Selfier" convinti, alla fine comunque una capatina nel mondo dell'egocentrismo ce la fanno pure loro...
Pure io devo ammettere che ogni tanto ci do dentro con l'autoscatto molesto... a mia discolpa posso dire che fa piacere vedersi carine ogni tanto in qualche foto e almeno non venire con la propria solita faccia da inebetite col doppio mento... no?!
Il problema è che in alcuni casi questa moda assume forme maniacali e le persone strumentalizzano tutto ciò che le circonda pur di giustificare un nuovo post: cani, figli, la nonna, il costume appena comprato, il cesso, l'amico stronzo che non si vede dalle elementari, IL PAPIRO DI LAUREA... ogni scusa è buona per un clic instagrammizzato e pubblicato sul web.
Siamo in una società che ormai basa il proprio essere nella condivisione non di contenuti ma di immagine. La superficialità la fa da sovrana, c'è chi riesce a tirarsene fuori e chi invece ci sguazza bellamente all'interno accontentando amici -di Facebook, mica quelli reali- e follower.
è un quadro un po' triste se pensiamo che ci sono generazioni di ragazzini che ogni giorno approdano sulla rete, senza conoscere le potenzialità -a volte distruttive- di tali mezzi.
L'uso sconsiderato di fotografie e messaggi può diventare infatti un'arma a doppio taglio, che i più giovani spesso non riescono a gestire.
Non che gli adulti ne riescano a dare un buon esempio eh... Spero solo che si arrivi ad una tale saturazione di questi canali di divulgazione e di condivisione online della nostra vita privata, che ci faccia fare finalmente un passo indietro e che ci faccia capire una buona volta che la vita non si vive attraverso unmonitor.
Nel frattempo... ma fattelo sto serfi!!!!



giovedì 10 aprile 2014

Che ne so io di me?!

Mi è stato chiesto di descrivermi in tre parole.
Tabula rasa, non lo so davvero.
"Allora prova con delle immagini".
OK ancora più complicato.
Perfetto, "una frase che ti rappresenta..."
No, non ci siamo.
Questo è un problema che ultimamente mi risulta alquanto ostile, soprattutto in ambito di colloqui lavorativi.
"Come ti vedi tra cinque anni?"
"Che musica ascolti?"
"Qual è il tuo uomo ideale?"
"Dimmi tre cose che ti hanno fatto innamorare di lui..."
Ma no, no no no. Ci sono domande a cui non so rispondere. Io non ho mai avuto un colore preferito e la musica, beh mi piace tutto (o quasi).
Forse il problema che siamo troppo impegnati a cercare definizioni, ma quando abbiamo trovato l'etichetta giusta la colla si è ormai seccata e non si appiccica più.
Forse il vero problema è che non so bene chi sono e scappo da ogni tentativo di specchiarmi e capire che non mi piace ciò che vedo.
Ma alle volte, è bello fermarsi a guardare.





martedì 8 aprile 2014

Seconda laurea, tante mise, un cuore moltofelice.


eccomi... signore e signori, ebbene si: ho raggiunto il mio ultimo traguardo accademico.
Data 25 Marzo 2014
Votazione 101/110
Bilancio dei festeggiamenti... non riesco nemmeno a indicare una cifra approssimativa!
Solo per la laurea bisognerebbe richiedere un finanziamento... Si, perchè tra vestito per la discussione, scarpe, messa in piega, coroncina di foglie d'alloro, aperitivo con i colleghi di studio, pranzo con i parenti (+ rispettivo outfit) e festa distruttiva con gli amici (+ nuovamente rispettivo outfit), non ho nemmeno il coraggio di fare il calcolo di quanto ho (o meglio "hanno") speso!
Dai è finita, possiamo decretare conclusa l'era del cazzeggio e dello sperpero ingiustificato (anche se devo dire che è un'abitudine che in ogni caso non mi appartiene affatto), però sono stati dei festeggiamenti che mi hanno resa incredibilmente felice. Ho avuto la possibilità di avere (o rivedere) al mio fianco le persone a me più care, che mi hanno dimostrato quanto bene mi vogliono. Cosa di cui non ho mai dubitato, ma la loro presenza mi ha davvero riempito il cuore di gioia.
Dedico questo post a loro, che mi sono stati accanto anche quando ho messo a dura prova la loro pazienza...


In primis ringrazio i miei fantastici genitori che mi ha sempre supportato -e sopportato-, regalandomi l'opportunità di rimettermi in gioco anche quando la mia paura di fallire era diventata un muro invalicabile.

Mise per la discussione:
Vestito Vintage color sabbia con maniche lunghe a sbuffo e ricami color panna;
Sandalo nero scamosciato con allacciatura alla caviglia (Primadonna);
Giacca nera con fodera a POIS (Zara).



Un secondo ringraziamento lo porgo ai miei fratelli (comprendendo anche quelli acquisiti Silvia, Vincenzo, Giose e la mia adorata cugina Gloria), di cui sono infinitamente orgogliosa, perchè mi hanno insegnato cosa significa avere sempre una famiglia su cui poter contare.

Mise per il pranzo:
Pantalone nero (Zara);
Camicia bianca senza maniche con colletto e pieghe piatte sul davanti (Zara);
Giacca color biscotto (Zara);
Sandalo rosa antico con plateau (Cappelletto);
Borsa bianca in pelle martellata e manici tinta cuoio (Trussardi).



Non posso non elogiare Daniele, che a pazienza è davvero un portento... Abbiamo condiviso molto in questi anni: momenti bellissimi, risate spontanee, ma anche qualche litigio sofferto che abbiamo sempre saputo superare senza perdere di vista il sentimento che ci lega. così passo dopo passo siamo riusciti a costruire il nostro percorso, che pur non essendo ancora definito, è ricolmo di progetti e speranze.

Mise per la festa:
Pantalone nero (Zara);
Camicia panna con pois neri (H&M);
Giacca color biscotto (Zara);
Scarpa bassa inglesina con fibia e frangia color cuoio (Cappelletto).



Dulcis in fundo i miei compagni di avventura: amici, colleghi, coinquiline che hanno costellato anni di sfrenati bagordi e che rappresentano per me una sorta di grande e magnifica famiglia allargata! Voglio bene ad ognuno di loro, quindi doveroso citarli uno ad uno, partendo dalle mie gemelle del destino Alessia e Giulia, proseguendo con le mie care amiche Chiara, Carlotta, Roberta e Giovanna (a distanza), Gloria, Francesca, Monica e amici Marco, Gigi, Roger, Iman, gli amici del sandonatese Piero, Mirco, Enrico, Giorgio, Marco, Stefano, Eleonora, Silvia, Chiara, Anna, Elisa... E ultimi, ma non per importanza, coloro i quali hanno reso indimenticabili questi due anni milanesi: Gaia, Valerio, Diletta, Alessandra, la mia dolce coinquilina Simona, Ludovica, Claudia, Connie, Mattia, Federico, Alessio, Davide, Carlotta, Marco e tutti gli altri compagni di corso che hanno aggiunto un valore affettivo a questa laurea...







martedì 1 aprile 2014

CARLinCAZZATA.

Di solito non mi abbasso a fare polemica, soprattutto se in campo politico. Non ne vale la pena.
però davvero non capisco.
Non capisco perchè io povera stronza per trovare uno stage (full-time retribuito 400 euro al mese, con cui potenzialmente dovrei provvedere a bollette, affitto, cibo ecc.) devo avere la laurea triennale, specialistica, master, essere bilingue e magari possedere russo cinese giapponese armeno fluente, esperienza lavorativa di un paio d'anni, residenza all'estero e quant'altro...
e i 4 idioti che abbiamo al governo che prendono centinaia di migliaia di euro non riescono nemmeno a pagarsi la luce.
bah.