giovedì 5 gennaio 2017

Cosa succede dopo i trenta.

Sono sincera, ho sempre pensato che l'età fosse solo un numero. Niente di più, una cifra che stava lì, affianco a nome, cognome e indirizzo.
Quest'estate ho compiuto un numero importante, una tappa non trascurabile, anche se non ci ho mai dato importanza. Non mi sono mai realmente soffermata sui miei trent'anni. Ma dopo qualche mese ho percepito una sensazione strana, ho avvertito la consapevolezza del mio cambiamento, sono riuscita a guardare in maniera distaccata alla persona che ero e capire -più o meno- quella che sono oggi.

In realtà non ho ancora colto chi sono e il mio scopo nella vita, ma mi sento diversa.

Chi ero?
La perfetta cogliona: impulsiva, arrogante, insicura senza rendermene conto, polemica, fancazzista. Durante i miei vent'anni tra momenti felici e festaioli, ho avuto anche parecchie delusioni, un amore importante finito, qualche amicizia chiusa, risultati universitari mediocri. 
Era un continuo fregarsene e poi pentirsi. 
E dal periodo in cui eravamo tutti amici, tutti insieme facevamo le stesse cose, si usciva, ci si confidava, ci si estraniava dalla realtà, sono precipitata in una fase in cui non mi interessava più di nessuno. Ero convinta che fossi indifferente alle altre persone, quindi perchè doveva importarmene di loro? Mi chiedevo cos'avessi di sbagliato, perchè non piacevo a tutti, perchè non riuscivo ad essere perfetta come tutte le persone accanto a me. Perchè tutto mi stava andando storto, mentre gli altri vivevano felici?

Poi, gradualmente, ho smesso di farmi domande.

Ho detto basta con i sensi di colpa. Mi sono fidata degli altri e di me stessa. Forse tanto male non ero se avevo qualcuno che a me ci teneva e tuttora ci tiene. Ho cominciato a considerare le persone che mi erano più vicine e non quelle su cui volevo fare colpo. A lasciare andare i rapporti sterili, per curare di più quelli importanti. Ho smesso di avere paura che le cose accadessero o addirittura non accadessero. 

Chi sono?
La solita di sempre, ovvio. Incostante l'avevo detto? Ecco si, tante idee e progetti in mente ma di una concretezza effimera. Sognatrice sempre. Impulsiva, meno. Saggia, per gli altri. Arrabbiata con il mondo, solo a volte. 

La differenza è che adesso spero di aver capito che va bene così.

Non sono rassegnata, ma semplicemente accetto e riconosco i miei limiti. Non me ne colpevolizzo più. Certo, il tentativo di migliorarsi c'è sempre ma la vivo con positività, come arricchimento e non con la costante ansia di essere inadatta.

Provo ad allontanare i dubbi ed i pensieri e vivere in base alle sensazioni. Cerco di essere la persona che piace a me stessa e non quella che secondo me potrebbe piacere agli altri.

Ed anche nei rapporti sono cambiata. Valuto come si comportano le persone nei miei confronti, i piccoli gesti che mi regalano, senza star lì a guardare ciò che non hanno fatto. 
A trent'anni -forse- ho capito che puntualizzare non serve.  Meglio essere flessibili che ragionare a rigor di logica. Meglio un sorriso oggi, che una fabbrica di cioccolato domani.


Quindi buoni propositi per il 2017?

Essere felice.