venerdì 1 luglio 2016

Cicatrici non visibili ma indelebili.

Non posso lamentarmi della mia vita. In realtà spesso lo faccio, mi crogiolo in autocommiserazioni per tirarmi su il morale quando la luna è storta, inversa ed avversa.
Però in fin dei conti... Sono sana, ho una famiglia pazzesca, un fidanzato rispettoso, un lavoro che mi piace, un tetto sopra la testa.

E quando faccio queste considerazioni ripenso inevitabilmente a chi non ha tutto questo. Non mi riferisco a casi estremi che conosco parzialmente, ma le persone che mi sono vicine e che dalla vita sono state messe alla prova duramente. Le loro sofferenze per andare avanti a testa alta. Per riuscire a reggersi sulle proprie gambe sempre e comunque. Le ho viste lottare per questo, alcune fallire, ma mai arrendersi.
Anche quando la malattia sembrava avesse preso il sopravvento, forse si sui loro corpi, ma sul loro spirito mai.
A volte ho pregato, ho chiesto a Dio di portarmi via un braccio o una gamba per cercare di barattare per loro una condizione migliore. 
Probabilmente non ho capito che le migliori sono loro: perfette nel loro dramma quotidiano, e io a loro confronto sono così piccola ed insignificante.


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