giovedì 21 maggio 2015

Pulso.

Ieri mi sono sentita dire che caratteristiche come l'essere impulsivo e riflessivo "non vanno d'accordo".
Cosa vuol dire?!
Non ho mai sentito frase più superficiale di questa.
Lo capisco anche io che i significati dei due aggettivi sono agli antipodi, ma se li inseriamo nel carattere di una persona il discorso cambia, eccome se cambia.
Da cosa nasce l'impulsività?
Da uno stimolo.
Ma non uno stimolo istantaneo e semplice.
Uno stimolo rielaborato, ragionato, pensato, che diventa impulso.
E questo stadio si racchiude in un frammento di tempo breve, ma che non esprime mancanza di riflessione, ma la sua velocità.
"So essere impulsiva, ma contemporaneamente molto riflessiva."
Non fa acqua da nessuna parte, perché la reazione che si scatena è proprio indice di interpretazione a cui si associa un significato. A questo ne consegue una risposta attiva, perché tale è la forza di quel che si sta pensando che non si può far a meno di esprimerlo.
E successivamente un impulsivo continua a rileggere nella mente e trovare delle alternative, per capire la strada migliore da perseguire.
Ditemi che questa non è riflessione. Anzi il nostro (noi gang degli impulsivi) problema è che pensiamo, troppo.
Non si può confondere la "pigrizia di esporre le proprie idee" con l'essere "riflessivo".
Perché allora si, cozza alla grande con l'impulsività.







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