lunedì 16 settembre 2013

ho finito il latte

è settembre, adesso l'aria del mattino si fa via via più pungente. anche volendo, non posso mettere fuori i piedi dal letto. sento già la pelle che si increspa e esprime il suo rifiuto ad entrare in contatto con questo nuovo clima.
sono consapevole che dovrei già essere in aula studio con il libro di comunicazione di impresa tra le mani, ma non posso ignorare la mia pelle. davvero non posso.
lasciatemi altri cinque minuti di questo tepore solitario sotto il piumino.
si perchè io il piumino lo uso tutto l'anno, è termoisolante.
e mentre cerco di capire se la pioggia di ieri stia ancora scendendo lì fuori, penso a questo letto in cui mi ritrovo sola.
perchè ieri tu sei partito, senza passare un'altra notte con me. anche se ti ho guardato con le lacrime agli occhi mentre te ne andavi. ma non importa, perchè tanto non mi sarebbe bastata, ne avrei volute altre di notti e di giornate. e invece, siamo onesti, noi abbiamo le nostre cose da fare quindi è giusto così.
eppure ogni volta che gli vedo le spalle e pian piano si allontana, quel piccolo vuoto lo avverto. nonostante la razionalità ci offra notevoli spunti di riflessione sul perchè le cose debbano andare così.
quindi, siccome il melodramma non ci abbandona mai, decido di pensare ancora più intensamente ai quei momenti di triste separazione, così giusto per autocommiserarmi ancora un po'.
solo che in effetti si sta facendo tardi, ma un pensiero si impone prepotente nella mia mente. un altro pretesto per avvalorare la mia teoria che gli eventi e il destino mi sono contro.
il latte è finito ieri mattina.
il mio litro della centrale di milano, non ha più nel suo contenitore rosa nemmeno una goccia.
quindi dopo aver appreso l'ennesima sconfitta da parte della vita, non posso che arrendermi e cacciare fuori dal sto piumino la mia gamba infreddolita e iniziare una nuova giornata.
senza sole, senza te, senza latte.


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