martedì 14 agosto 2012

APPUNTAMENTO CON I MITI. episodio 1°


Viktor & Rolf Fall/ Winter 1999-’00








Ÿ  Stilista: Viktor & Rolf

Ÿ  Stagione: Autunno/ Inverno 1999-’00

Ÿ  Settimana della moda: Parigi, marzo 1999

Ÿ  Titolo collezione: Russian Doll

Ÿ  Sfilata: Lo show allestito per la collezione invernale del 1999 da Viktor & Rolf è un letterale capovolgimento della dinamica della sfilata canonicamente intesa: gli ospiti infatti non hanno assistito ad un  via vai di modelle, che uscivano ed entravano con la loro falcata nel backstage, bensì si sono ritrovati di fronte ad un’unica modella che addosso aveva solo una leggera e corta sottoveste, accompagnata da due uomini che l’hanno condotta e posizionata su di una pedana circolare, dove c’era già un paio di scarpe ad attenderla. Una volta aiutata nell’indossarle, viene fatta salire sul piedistallo che inizia a ruotare lentamente, per dare modo a tutto il pubblico presente nella stanza di guardarla nelle varie angolazioni; i due uomini, in completo nero su camicia bianca, nel frattempo escono di scena. Non tardano nel tornare con un altro capo, che come per le scarpe lo fanno indossare alla modella statunitense Maggie Rizer, escono di nuovo e si ripresentano con un altro capo ancora da aggiungere sopra al precedente e così per cinque, sei, setto, otto, nove volte. Quando ripongo sulle spalle della modella l’ultimo out-fit, si ritrova a dover sorreggere settanta chili di tessuto, peso di gran lunga superiore al proprio. Ecco che il tema della collezione ora può essere compreso: è una matriosca umana. I due uomini, altro non sono che la personificazione degli stessi stilisti, impegnati in un rituale di vestizione quasi mistico, sacrale. Distruggono il ruolo del backstage, portandolo direttamente sulla scena, invertendo quindi la gerarchia di svolgimento di una normale sfilata; riescono inoltre ad invertire la valenza dell’abito, che pur restando davanti all’occhio dello spettatore non può essere ammirato perché ricoperto da quello successivo.

Ÿ  Concept: Per la collezione si ispirano al mondo e ai meccanismi gerarchici dell’aristocrazia russa, da cui deriva per altro il titolo dello show. Lo modella viene ricoperta da nove strati di abiti, ognuno del quale è impreziosito da pietre e gioielli incastonati nel tessuto, abbinate a raffinate e lussuose texture ricamate.

Ÿ  Hair styling: I capelli sono raccolti in una pettinatura rigida, in modo da agevolare la vestizione della modella.

Ÿ  Makeup: Assolutamente neutro, la modella è pallida, quasi inanime. 

Ÿ  Reazione del pubblico: Stupore e ammirazione coinvolgono immediatamente lo spettatore, che attonito assiste alla performance che prende lentamente piede sotto i suoi occhi. Le prime peculiarità che si notano sono sicuramente l’incarnazione di Viktor Horsting e Rolf Snoeren nei due vestieristi, oltre alla ribellione da qualunque criterio canonico e gerarchia di una normale sfilata. Riprendendo il tema della stratificazione, esplicano la vera natura dell’haute couture: la bellezza sublime dei capi lavorati a mano all’interno di un processo creativo lungo, minuzioso, per certi versi sofferto e doloroso, da cui però fuoriesce solo il lussuoso prodotto finito. Proclamato un esemplare di splendente haute couture, che incanta nella sua più immacolata perfezione.
Recensioni:  -“Fahion at the Edge” Caroline Evans.
“A conversation about Skin + Bone” Jade Change (www.metropolismag.com).
“Roybotic Steez blog” Robotic Steeze (royboticsteez.blogspot.com).


A cura di Carlotta Magnaguagno
"FASHION SHOW - dalle origini alla performance"





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