Viktor & Rolf Fall/ Winter 1999-’00
Stilista:
Viktor & Rolf
Stagione:
Autunno/ Inverno 1999-’00
Settimana della moda: Parigi, marzo 1999
Titolo
collezione: Russian Doll
Sfilata: Lo show allestito per la collezione
invernale del 1999 da Viktor & Rolf è un letterale capovolgimento della
dinamica della sfilata canonicamente intesa: gli ospiti infatti non hanno
assistito ad un via vai di modelle, che
uscivano ed entravano con la loro falcata nel backstage, bensì si sono
ritrovati di fronte ad un’unica modella che addosso aveva solo una leggera e
corta sottoveste, accompagnata da due uomini che l’hanno condotta e posizionata
su di una pedana circolare, dove c’era già un paio di scarpe ad attenderla. Una
volta aiutata nell’indossarle, viene fatta salire sul piedistallo che inizia a
ruotare lentamente, per dare modo a tutto il pubblico presente nella stanza di
guardarla nelle varie angolazioni; i due uomini, in completo nero su camicia
bianca, nel frattempo escono di scena. Non tardano nel tornare con un altro
capo, che come per le scarpe lo fanno indossare alla modella statunitense
Maggie Rizer, escono di nuovo e si ripresentano con un altro capo ancora da
aggiungere sopra al precedente e così per cinque, sei, setto, otto, nove volte.
Quando ripongo sulle spalle della modella l’ultimo out-fit, si ritrova a dover
sorreggere settanta chili di tessuto, peso di gran lunga superiore al proprio.
Ecco che il tema della collezione ora può essere compreso: è una matriosca
umana. I due uomini, altro non sono che la personificazione degli stessi
stilisti, impegnati in un rituale di vestizione quasi mistico, sacrale.
Distruggono il ruolo del backstage, portandolo direttamente sulla scena,
invertendo quindi la gerarchia di svolgimento di una normale sfilata; riescono inoltre
ad invertire la valenza dell’abito, che pur restando davanti all’occhio dello
spettatore non può essere ammirato perché ricoperto da quello successivo.
Concept: Per la collezione si ispirano al
mondo e ai meccanismi gerarchici dell’aristocrazia russa, da cui deriva per
altro il titolo dello show. Lo modella viene ricoperta da nove strati di abiti,
ognuno del quale è impreziosito da pietre e gioielli incastonati nel tessuto,
abbinate a raffinate e lussuose texture ricamate.
Hair styling: I capelli sono raccolti in una
pettinatura rigida, in modo da agevolare la vestizione della modella.
Makeup: Assolutamente neutro, la modella è
pallida, quasi inanime.
Reazione del pubblico: Stupore e ammirazione coinvolgono
immediatamente lo spettatore, che attonito assiste alla performance che prende
lentamente piede sotto i suoi occhi. Le prime peculiarità che si notano sono
sicuramente l’incarnazione di Viktor Horsting e Rolf Snoeren nei due
vestieristi, oltre alla ribellione da qualunque criterio canonico e gerarchia
di una normale sfilata. Riprendendo il tema della stratificazione, esplicano la
vera natura dell’haute couture: la bellezza sublime dei capi lavorati a mano
all’interno di un processo creativo lungo, minuzioso, per certi versi sofferto
e doloroso, da cui però fuoriesce solo il lussuoso prodotto finito. Proclamato
un esemplare di splendente haute couture, che incanta nella sua più immacolata
perfezione.
Recensioni: -“Fahion
at the Edge” Caroline Evans.
“Roybotic Steez blog” Robotic
Steeze (royboticsteez.blogspot.com).
A cura di Carlotta Magnaguagno
"FASHION SHOW - dalle origini alla performance"